ARTE E IMMOBILIARE. Un connubio che funziona a cura di Andrea Concas

    ARTE E IMMOBILIARE. UN CONNUBIO CHE FUNZIONA

    a cura di Andrea Concas

    Tra il pieno Rinascimento nel 1400 e il Barocco del 1600, i palazzi, sia all’interno delle stanze che all’esterno nelle facciate si ornarono di affreschi, tempere, soffitti a cassettoni, sculture e altri decori artistici.

    Gli artisti di queste straordinarie opere erano personaggi famosi come Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Raffaello e molti altri, mentre i beneficiari erano le grandi e potenti famiglie come quella di Lorenzo de’ Medici.

    Le ragioni di questi interventi spaziavano tra quelle di magnificare i grandi casati, di ravvivare le città caratterizzate dal lungo e rigoroso medioevo, non trascurando di aumentare in modo significativo il valore rappresentativo come quello economico dello stesso immobile.

    In questi ultimi anni, confidando in uno spirito innovatore vicino a quello rinascimentale, assistiamo ad un rinnovato interesse per questo preziosissimo collegamento tra arte e patrimonio immobiliare!

    Questo legame è in costante crescita, muovendo una domanda da parte degli acquirenti di immobili, consapevoli che un intervento dell’arte può dare un consistente valore aggiunto.

    È bene subito precisare che questa relazione non può scorrere sui binari dell’improvvisazione o dell’estemporaneità, al contrario, necessita di particolare cura e attenzione, anche economica, nonché di un livello creativo, progettuale e identitario molto puntuale e forte.  

    Scopriamo insieme alcuni casi interessanti che hanno visto dialogare positivamente l’arte, l’urbanistica, l’architettura e lo sviluppo immobiliare.

    Il primo risale al 2012, quando a Miami nasce la fiera Miami River creata per dare avvio alla riqualificazione dell’area immobiliare della città a Downtown. Il quartiere in questione è Brickell, che si affaccia proprio sulle sponde del fiume Miami, una zona non proprio a due passi dalla ben più frequentata Miami Beach o del Wynwood District.

    La scelta di fondo per questa azione di riqualificazione, sin dalle prime battute, è stata quella di unire l’area urbanizzata di Downtown all’arte, soprattutto nei giorni della manifestazione Art Basel Miami, tra le fiere d’arte più importanti nel mondo.

    Questa “miscela”, in breve tempo, ha assunto un valore sempre più importante, tanto da creare veri e propri casi di studio, in particolare, sulla Street Art.

    Peraltro, se nel 2012 il quotidiano Il Sole24Ore scriveva che il potere della Street Art nella rivalutazione degli immobili era sottostimato, oggi avviene sempre di più il contrario, come dimostra un articolo di Silvia Mazzucotelli del “Centro per lo Studio della Moda e della Produzione culturale” dell’Università Cattolica di Milano. La ricerca ha infatti stimato un aumento dei prezzi immobiliari fino al 20%, sui quali è intervenuta una riqualificazione dei quartieri con opere di arte urbana.

    E ancora, secondo Collier International Italia alcune proprietà, a Bristol e a Londra “firmate” dal misterioso e celebre street artist Banksy, hanno aumentato il loro valore di decine di migliaia di sterline.

    Sempre per un intervento artistico dello stesso street artist di Bristol, in Italia, a maggio 2019, in occasione di una sua “incursione” artistica alla Biennale di Venezia, Banksy ha realizzato, sulla facciata di un palazzetto disabitato e in vendita a Dorsoduro, l’opera del “piccolo migrante” dove un bambino cerca aiuto segnalando il suo bisogno di soccorso con un razzo fumogeno acceso.

    Banksy Venice, courtesy photo Lapo Simeoni

    L’agenzia immobiliare Engels & Völkers, incaricata della vendita dell’immobile, ha dichiarato entusiasta di essere stata colpita dal Banksy Effect, grazie al quale l’edificio, prima valutato poco meno di 1 milione di euro, ha raggiunto l’incredibile cifra di 4 milioni di euro, per poi addirittura passare ad una cifra “su richiesta”.

    Ancora nell’ambito della Street Art, alcuni eventi straordinari sono capitati alle opere dell’artista Keith Haring, che hanno fatto storia. Nel 1978 realizza un’opera all’interno di un ex deposito merci nel quartiere Tribeca a New York, che verrà poi trasformato in lussuosi loft dal valore di 10 milioni di dollari ciascuno. Uno dei proprietari, durante i lavori di ristrutturazione, porta alla luce un murales dell’artista facendo schizzare il valore del suo loft a 12 milioni di dollari. 

    Il murale di Keith Haring in un loft privato a Tribeca, Image credit: Tim Waltman

    Anche in occasione di una sua mostra ad Amsterdam, Haring dipinse un gigantesco murales che venne quasi subito coperto da pannelli di alluminio, ma dopo trent’anni rimossi i pannelli la magnifica scoperta dal valore inestimabile. E infine, pare che un’altra sua opera sia stata “dimenticatanella parete di una casa affittata a studenti dalla famiglia Moratti a Milano!   

    Malgrado i risultati, non tutti gli artisti sono d’accordo sull’utilizzo delle opere di Street Art nella rivalutazione immobiliare.

    Celebre è il caso dello street artist Blu, che alla fine del 2014 ha applicato il processo di “eutanasia artistica” cancellando dai muri di un edificio a Berlino, nel quartiere di Kreuzberg, l’opera Brothers e Chain, in polemica con il progetto di riqualificazione urbana che interessava la zona.

    L’arte negli edifici non è solo Street Art, e anche in altre forme, sta diventando parte integrante delle abitazioni residenziali anche per volere degli stessi condomini, come avvenuto nella città di Campobasso, protagonista di un progetto privato di rigenerazione urbana che sposa l’immobiliare con l’arte.

    L’iniziativa, con il coinvolgimento di un’artista locale, ha previsto sulla facciata del condominio, grande 18X15 metri, una riproduzione artistica suddivisa in 164 lastre di cristallo.

    Una vera e propria facciata ad arte.

    Sempre in Italia, l’artista Flavio Favelli propone, a Valsamoggia (Bologna), interventi site specific realizzati con due wall painting, riproduzioni di due francobolli storici della serie “Imperiale”. L’intervento vincitore della seconda edizione di Italian Council 2017, ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, ha riqualificato i due edifici della “Casa del Popolo” e miniCop.

    Altro caso è quello che vede coinvolto nel 2006 l’artista Ai Wei Wei, che ha progettato una residenza privata “ad arte” nella Hudson Valley, a poche ore da New York, in collaborazione con la società svizzera HHF Architects.

    Questa è un’opera d’arte in cui vivere”, ha dichiarato l’agente immobiliare Graham Klemm, tanto che nel 2013 il design unico ha valso alla guesthouse un “American Architecture Award”. L’immobile è ora sul mercato per oltre 5 milioni di dollari.

    Tornando in Italia, la legge 717/49 prevede che una percentuale dei lavori per edifici pubblici sia destinata ad opere d’arte, la stessa, seppure applicata con difficoltà, rimane una norma di principio molto importante.

    In sintesi, il connubio Arte-Immobiliare resta una prateria ancora tutta da esplorare, una riserva importante che, se impiegata in modo calibrato, evitando che l’arte e la soluzione architettonica entrino, inutilmente, in competizione tra loro, potrà dare grandi soddisfazioni al settore immobiliare.

    Photo Credits: Remko De Waal

    E tu, quale opera d’arte guardi dalla tua finestra?

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