Tik Tok e l’Arte

    TIK TOK E L’ARTE

    L’arte si apre sempre di più al mondo social: TikTok è il futuro per il musei?

    TikTok, la piattaforma dei video brevi animata dalla creatività delle nuove generazioni, diventa una finestra sui più grandi capolavori dell’arte. 

    Un viaggio virtuale nei maggiori musei del mondo, che durante i mesi di lockdown hanno dovuto trovare nuovi linguaggi e nuovi spazi per continuare a raccontare di sé, nonostante le porte chiuse al pubblico.

    Premiata da una pioggia di like, la creatività spontanea di TikTok applicata al mondo dell’arte si sta rivelando un esperimento vincente. L’interesse della community dimostra come i capolavori custoditi nelle sale dei musei incuriosiscano le generazioni più giovani, ma anche che la storia dell’arte può essere riletta in chiave differente, sfruttando l’ironia e l’attualità.

    Strumenti utili per diffondere la cultura in un social che, fino ad oggi, è stato appannaggio dei giovanissimi, ma grazie alla sua enorme diffusione sta incuriosendo anche gli adulti. Lo dicono i numeri: nell’ultimo mese, TikTok ha superato nel mondo i 2 miliardi di iscritti

    A Maggio 2020 le Gallerie degli Uffizi @uffizigalleries ha inaugurato il suo account che attualmente conta 21,7K di followers e 86,4K likes, raccontando i grandi capolavori dell’arte con un taglio scherzoso e divertente. Clip brevi e ironiche, a tratti assurde e dissacranti, come nello stile della piattaforma, giocano in modo intelligente con l’attualità.

    Ma gli Uffizi non sono la prima e unica istituzione culturale italiana a misurarsi con TikTok. Infatti la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (@lagallerianazionale, 175 followers e 143 likes) ha aperto il suo canale a fine 2019 in occasione del ritorno nelle sue sale del capolavoro di Gustav Klimt, Le tre età, con un video che mostra l’arrivo e l’allestimento dell’opera. Il museo è al momento poco attivo e non costante con le pubblicazioni, forse alla ricerca di una strategia di comunicazione per raggiungere il pubblico di giovani.

    Guardando all’estero, l’esperimento più riuscito è quello del Carnegie Museum of Natural History (@carnegiemnh, 155.5k followers e 2.1M likes), famoso museo di storia naturale di Pittsburgh, in Pennsylvania. Uno dei suoi curatori, Tim Pearce, è diventato una celebrità di TikTok con le barzellette su molluschi e lumache. I video leggeri e divertenti si alternano a contenuti dal taglio più divulgativo. Con un denominatore comune: la spontaneità e l’autenticità di chi ci mette la faccia.

    Promette bene anche il Rijksmuseum di Amsterdam (7243 followers, 45.2K likes), che ha aperto il suo profilo TikTok (@rijksmuseum) a inizio aprile 2020. Il linguaggio è simile a quello scelto dagli Uffizi: far parlare le opere d’arte ricontestualizzandole nel mondo contemporaneo. E così troviamo il Ritratto della madre in veste di profetessa di Rembrandt, alle prese con i compiti a casa, con la scritta “Vorrei che avessero avuto Google nel XVII secolo…”.

    I musei stanno diventando le vere star di TikTok tanto da inventarsi la “Settimana dei Musei”, un programma di dirette quotidiane che coinvolge il Museo del Prado di Madrid, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Naturkundemuseum di Berlino e il Grand Palais di Parigi. A rappresentare l’Italia, venerdì 12 giugno, sono state le Gallerie degli Uffizi di Firenze, protagoniste della prima diretta streaming su TikTok di un museo nazionale, lanciata dal suo Direttore Eike Schimdt con la TikToker e Creator Martina Socrate, giovanissima promessa del social con milioni di views.

    Le dirette su TikTok stanno riscuotendo un grande successo perché prevedono la partecipazione dei creator più popolari della piattaforma e sono affiancate da iniziative, come l’hashtag challenge #MuseoACasa, un filtro interattivo realizzato per l’occasione e una playlist “MuseoACasa” da utilizzare per partecipare alla challenge.

    Il successo di TikTok per l’arte è un esempio del cambio di passo che ha coinvolto oggi tanti musei nel mondo, compresi quelli italiani, sempre più inclini ad iscriversi alla piattaforma, ma non sempre in grado di creare contenuti creativi e originali per valorizzare, promuovere e comunicare l’arte alle generazioni più giovani.

    Soltanto grazie a specifiche competenze e all’estro artistico di creator professionisti i musei potranno dar prova di sapersi reinventare, di saper portare nel mondo digitale quella grande bellezza che prima, quasi, non si sentiva nemmeno l’esigenza di promuovere. 

    Una dimostrazione che la cultura è viva e che può parlare a tutti.

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