Intervista a Carolina Ciuti, Capo Giuria di Video Arte di Art Rights Prize

    Le Interviste di Art Rights Prize

    Intervista a Carolina Ciuti, Curatrice e Direttrice Artistica del festival di video arte LOOP Barcellona  – Capo Giuria della Video Arte di Art Rights Prize

    Art Rights Magazine, Media Partner di Art Rights Prize il primo Premio Digitale Internazionale per Artisti 3.0, presenta ogni settimana i Giudici che compongono la Giuria di Esperti del Sistema e del Mercato dell’arte.

    Nell’ottica di confronto e incontro tra Artisti e Professionisti dell’Arte, la Giuria di Art Rights Prize vanta la partecipazione di 15 Giudici che offrono in anteprima la visione personale e professionale sull’importanza dei Premi d’Arte, i consigli sulle migliori modalità di presentare la propria candidatura insieme alle motivazioni che dovrebbero spingere un artista a partecipare ad un premio d’arte.

    Tra le forme narrative e creative utilizzate dagli artisti, la Video Arte è il medium del nostro tempo, che trova nella tecnologia la sua forma, la sua costruzione e la diffusione di un messaggio.

    I video d’artista sono passati, nel tempo, da un’autoproduzione ad una vera produzione quasi cinematografica con circuiti molto ampi, dove spesso vengono coinvolti fondazioni, collezionisti e galleristi, trovando poi spazio anche in apposite fiere e festival, come LOOP Barcellona, tra le più importanti per il settore.

    A presiedere la Giuria della Video Arte di Art Rights Prize abbiamo Carolina Ciuti, Curatrice d’Arte Contemporanea e attuale Direttrice Artistica del festival di video arte LOOP a Barcellona. 

    In questa intervista Carolina racconta quale dovrebbe essere il ruolo di un Premio d’Arte nella carriera di un Artista, emergente oppure affermato, perché la differenza c’è, e ancora il cosa vorrebbe trovare nelle candidature. Quando deve giudicare, la Ciuti dice: “Non presto molta attenzione a elementi come anzianità o prestigio, quanto piuttosto alla qualità del lavoro presentato e al dialogo che questo stabilisce con la poetica generale dell’artista”. 

    Impossibile allora non tenere a mente queste parole quando l’Artista sceglie di candidarsi ad Art Rights Prize… 

    Carolina Ciuti

    Carolina Ciuti è curatrice d’arte contemporanea. Si è laureata in Storia e Tutela dei Beni Artistici presso l’Università degli Studi di Firenze per poi specializzarsi in Arte Contemporanea con un Master presso il Sotheby’s Institute of Art di Londra.

    Attualmente occupa l’incarico di direttrice artistica del festival di video arte LOOP a Barcellona, dove ha lavorato con artisti internazionalmente riconosciuti come Regina de Miguel, Agnes Meyer-Brandis, Aleksandra Mir, Muntadas, Steina e Woody Vasulka e Anton Vidokle.

    I suoi progetti curatoriali sono stati esposti presso Cinéphèmère-FIAC Paris, la Filmoteca de Catalunya, Fabra i Coats–Centre d’Art Contemporani de Barcelona, il MACBA e il Real Cercle Artístic.

    Ha editato le pubblicazioni I Have A Friend Who Knows Someone Who Bought a Video, Once (Mousse Publishing, 2016) e Before The Name: a book on an itinerant performance project. (RAM Editions, 2018).

    È stata collaboratrice della rivista La Maleta de Portbou e della casa editrice Istituto Italiano Edizioni Atlas. Nel 2017 ha co-fondato il collettivo CRiB, con il quale realizza proposte ibride a cavallo tra arti visive, il teatro e la performance.

    1.Per Lei, che importanza ha un Premio d’Arte nella carriera di un’artista?

    Credo che la funzione di un premio e del suo impatto sulla carriera di un artista assuma valori completamente diversi a seconda della natura del riconoscimento e della traiettoria dell’artista in questione.  

    Agli inizi di una carriera può significare un incremento della visibilità e l’accesso a risorse e condizioni materiali difficili da ottenere altrimenti; in una fase più avanzata può invece convertirsi in un fattore che contribuisce ad aumentare il “valore culturale” attribuito ad un’opera, o in uno strumento finalizzato alla realizzazione di progetti ambiziosi (in questo caso mi riferisco, più nello specifico, a un premio di produzione).

    Tra i premi che a mio avviso hanno poi una importanza particolare ci sono quelli che al riconoscimento finale (sia questo economico o esclusivamente simbolico) uniscono anche un processo di formazione e costruzione di contatti per l’artista.

    Più in generale ritengo che i Premi di qualità, ovvero quelli pensati con l’intento reale di CON-tribuire, possano svolgere una importante funzione di dinamizzazione, in un ecosistema artistico sempre più precario e privo di strutture sociali a tutela di chi crea.

    A questo proposito, mi sento di citare l’episodio non troppo lontano del Turner Prize 2019, in cui i quattro artisti nominati decisero di dividere in parti uguali il premio finale: un importante gesto di forza politica, ma soprattutto di solidarietà economica a fronte di condizioni sempre più complesse. 

    2.Cosa consiglierebbe ad un artista che vuole partecipare ad un Premio d’Arte?

    Probabilmente le stesse cose che cerco di ricordare a me stessa quando preparo una candidatura per un concorso di curatela o ricerca: 

    1) valutare se il premio può contribuire positivamente al proprio percorso di formazione e/o posizionamento, da un punto di vista concettuale, economico e di sbocchi futuri; 

    2) comprendere esattamente le caratteristiche e finalità del premio in questione, al fine di inviare una candidatura pertinente; 

    3) contestualizzare il progetto candidato e spiegarne l’importanza nel tempo presente: perché qui? perché ora? Se gli obiettivi di una proposta e la sua necessità contemporanea risulteranno chiari, coloro che avranno il compito di valutarlo non potranno che essere coinvolti.

    3. Quali sono i fattori che tiene in considerazione nel giudicare una candidatura per un Premio d’Arte?

    Come in parte ho spiegato anche nella domanda precedente, tra i fattori più importanti che ricerco in un progetto c’è sicuramente la capacità di generare nello spettatore molteplici spunti di riflessione sul tempo che abitiamo.

    Non ritengo particolarmente importanti originalità e innovazione, ma piuttosto sensibilità e capacità critica da parte dell’artista nell’interpretare i dibattiti del momento presente e rielaborarli in chiave personale.

    Proprio per questo motivo, non presto molta attenzione a elementi come anzianità o prestigio, quanto piuttosto alla qualità del lavoro presentato e al dialogo che questo stabilisce con la poetica generale dell’artista.

    Per cercare di riassumere, una proposta che sia chiara e coerente nelle motivazioni e negli obiettivi, pertinente al contesto della candidatura e “urgente” avrà sicuramente maggiori possibilità. 

     

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