NFT e Musei – Intervista a Serena Tabacchi di ANDREA CONCAS

    NFT e Musei – Intervista a Serena Tabacchi di MoCDA

    di Andrea Concas

    La Crypto Arte è musealizzabile? Come reagiranno i musei all’evoluzione del mercato NFT? A queste e altre domande risponde Serena Tabacchi, Founder di MoCDA – Museum of Contemporary Digital Art in questa intervista a cura di Andrea Concas

    Oggi i musei stanno facendo i conti con due grandi cambiamenti: il processo di digitalizzazione e l’urgenza di trovare nuovi flussi di entrate sostenibili.

    Fino ad ora i musei hanno sfruttato il potere dei social media, i tour virtuali e i live streaming per attirare i visitatori e recuperare quanto perso durante la pandemia – in Europa il 75% dei musei segnala una perdita di reddito compresa tra 1.000 e 30.000 euro a settimana anche nel periodo di apertura al pubblico.

    Ma c’è un’altra strada che i musei potrebbero non aver preso in considerazione: il fenomeno della Crypto Art e degli NFT. Negli ultimi mesi, la domanda di questi beni è aumentata alle stelle tanto da non lasciare indifferenti musei e istituzioni.

    Tra questi il MoCDA, Museum Of Contemporary Digital Art, la cui fondatrice, Serena Tabacchi, che in questa intervista a cura di Andrea Concas riflette sul futuro della Crypto Art e sull’esigenza della sua musealizzazione

    I musei avranno un ruolo per la Crypto Arte e quale sarà?

    Penso proprio di si. I musei, così come li abbiamo vissuti prima del COVID19, rappresentano quei luoghi in cui ci si avvicina alla cultura attraverso l’arte, alle varie fonti storiche e ai documenti che raccolgono l’essenza di un periodo storico o di una corrente artistica ad esso strettamente connessa. 

    Il fenomeno della crypto arte fa parte del nostro presente e in quanto tale troverà un suo spazio all’interno dei luoghi di cultura. Pertanto i musei non potranno ignorare questo fenomeno di massa che sta spopolando tra i nuovi collezionisti e artisti, specialmente coloro che creano in digitale.

    Se le case d’asta e gli artisti parlano di crypto arte, sarà normale trovare informazioni circa questo movimento sorto già nel 2018 tra le sale di un museo, sia questo fisico o virtuale.   

    Secondo la tua esperienza, quale sarà l’evoluzione del mercato della Crypto Arte?

    La  crypto arte ha già segnato un forte cambiamento nell’andamento del mercato, con una veloce adozione da parte di un pubblico giovane, dinamico e attento alle nuove tecnologie. C’è un vero e proprio boom del fenomeno crypto arte, anche conosciuto come Blockchain Art. In realtà, sia gli artisti che i collezionisti sono da sempre alla ricerca di maggiori informazioni circa la provenienza, autenticità e tracciabilità di un opera d’arte. Alcune di queste garanzie vengono fornite dalla tecnologia blockchain, che permette appunto transazioni “on chain” che aiutano sia il collezionista e l’artista a tutelarsi nei confronti di falsi d’autore, compravendite nel mercato secondario e della gestione del diritto d’autore, le cosiddette royalties. 

    Non bisogna però dimenticare che dietro alla tecnologia ci sono sempre delle persone e che la fiducia nei confronti di un artista o della casa d’asta vanno sempre riposte nei confronti di individui o dei brand che rappresentano. 

    E’ di pochi giorni fa la notizia che uno dei più famosi artisti digitali come Mike Winkelmann, in arte Beeple, abbia fatto la sua entrata nel mercato dell’arte tradizionale con Everydays: The first 5000 days, venduto all’asta per oltre 69 milioni di dollari da Christie’s.

    A seguire Damien Hirst ha annunciato di volere accettare crypto pagamenti per The Virtues, una series di edizioni limitate in collaborazione con HENI disponibili per i collezionisti di Hirst anche in Bitcoin o Ethereum. Decisamente un movimento in rapida espansione che è  qui per restare e continuare ad impressionare il mondo tradizionale del mercato dell’arte. 

    Inoltre, ci potrà essere un rapporto tra il mondo della Crypto Arte e quello della fisicità?

    Certamente. La crypto arte, per definizione, si presta prevalentemente all’arte digitale in quanto vive online e on-chain, ma non per questo un’opera d’arte fisica, e quindi materiale, deve essere esclusa da questa evoluzione nel digitale.

    E’ importante perciò capire come l’opera fisica e il suo doppelganger digitale siano connesse, ed usare la tecnologia blockchain per tutti quei passaggi di mano tra l’artista, il collezionista e i vari enti come gallerie e musei che partecipano nella gestione e mantenimento di un’opera d’arte.

    Photo Credits: Mark Constantine Inducil – Severe Surrealistic Hallucinations

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