Diventare un professionista dell’arte

    DIVENTARE UN PROFESSIONISTA DELL’ARTE. 

    Una riflessione tagliente per andare oltre le frasi fatte

    Il giornalista esperto d’arte e del mercato Giacomo Nicolella Maschietti, voce lucida e tagliente del Motel Nicolella così come di molte testate italiane, ieri ha pubblicato un post sui suoi canali social, raccontando in modo ironico e dissacrante quello che molti giovanissimi, aspiranti curatori d’arte, art advisor o “per chi ha finito la specialistica e vuole fare bella figura agli opening”, si aspettano quando decidono di lavorare nel mondo dell’arte.

    Giacomo Nicolella Maschietti

    Ecco lo Starter Kit di Nicolella:

    Il perfetto frasario da piazzista buono per chi ha finito la specialistica e vuole fare bella figura agli opening, per l’aspirante art advisor, e anche per il giovane curatore che sogna di dirigere il New Museum.

    – Certo che l’Arte Concettuale é sempre un colpo al cuore

    – La Biennale migliore resta Aperto 93 anche se non ero ancora nata

    – Anche io ho Hans Ulrich Obrist con la matita nel naso come salvaschermo, fa davvero ridere

    – Le fiere italiane sono commerciali, vado solo a Liste

    Miami è tamarra, ma ci sono feste bellissime e poi il volo basta prenderlo in anticipo

    – Ho conosciuto il mio ragazzo a Documenta, fa il ricercatore a Berlino, studia i parallelismi tra le performance dell’Abramovic anni ‘70 e i rituali delle comunità rurali slave.

    – Il mio scrittore preferito è Aby Warburg, ma prima era Roland Barthes

    “You Trust me” mi ha tenuto sveglia tutta notte davanti a YouTube, mi é volata

    – I quadri figurativi li fanno i pittori di paese

    – In casa eravamo abbonati a FlashArt, oggi solo ArtForum, ci piace avere una visione internazionale

    – Il tessuto tinto a mano è il vero media degli anni ‘10

    – In Fondazione PRADA si può fare il brunch la domenica mattina

    – Il mio museo preferito è fuori città, uno spazio indipendente, ma non ha ancora aperto al pubblico, fanno solo incontri per collezionisti

    – Tutte le grandi collezioni hanno sempre un De Dominicis degli anni ‘70 in crossing con un video di Bill Viola

    – Suoneria cellulare di Nam Jun Paik

    – I grandi collezionisti pensano sempre ad investire ma sbagliano, si dovrebbe comprare solo per passione

    – I Padiglioni nazionali non dovrebbero avere più di due artisti

    In vacanza vado a Filicudi, ci sono Maurizio Cattelan e gli amici di sempre

    – Mi piace la moda di ricerca, compro capi neri destrutturati di un designer danese, per le scarpe nessuno supererà mai Sergio Rossi

    Jerry Saltz? Preferisco Klaus Biesenbach, molto più serio

    Schifano è sessista

    – Il mio sogno è una mostra in un’enorme architettura industriale recuperata dove gli spazi originali vengono rispettati e un collettivo di artisti e performer intervengono con materiali di risulta per definire le pause di un tempo sospeso ma contemporaneo

    – In soggiorno vorrei una grande installazione con le pietre a forma ellittica di Richard Long, pietre degli anni ‘60 però

    Pasolini era troppo moderno per il suo tempo

    – Alla Sandretto ci vado alla cena a inviti

    – I quotidiani me li leggo sempre su Telegram

    – Avete ancora Ruinart?

    – Ora devo andare, c’è una vernice in centro, la password é “post zang tumb tuuum”

    Alcuni tra i commenti dicono che lo Starter Kit di Nicolella sia stato più Cronaca che Satira, poco importa perché Giacomo con pochissime parole è stato in grado di raccontare molto di quello che rimane in superficie agli occhi disincantati dei giovani, che ancora non sanno che per diventare un professionista dell’arte c’è molto di più.

    E tu, sei pronto a diventare un vero professionista dell’arte?

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