Leonardo da Vinci e l’inganno dell’Uomo Vitruviano. Intervista a Roberto Concas

    Leonardo da Vinci e l’inganno dell’Uomo Vitruviano. Intervista a Roberto Concas

    Una scienza segretissima, un inganno svelato dopo oltre 500 anni e la scoperta di un algoritmo, una Blockchain del passato, che promette di cambiare la visione che abbiamo delle opere d’arte: questi gli ingredienti del primo volume di una ricerca lunga 30 anni a cura di Roberto Concas, Storico dell’Arte, Museologo e Progettista di Sistemi Museali.

    In questa intervista Roberto Concas racconta come la ricerca ha avuto inizio e come, pur non volendolo, sia arrivato a svelare l’inganno del Maestro dei Maestri, Leonardo da Vinci, nascosto per oltre 500 anni nel suo celebre disegno dell’Uomo Vitruviano.

    Partire dall’osservazione e dall’esperienza, come diceva da Vinci era tutto per comprendere davvero i segni nascosti, così Concas non si è fermato all’accettazione del comune pensiero, ma è andato oltre dove nessuno era mai arrivato…. 

    1)Da quali presupposti è iniziata la Sua ricerca e quale ruolo ha avuto la Semiotica per l’arte?

    Il presupposto è nato presto, sin dal primo anno dell’Università, quando ai miei docenti chiedevo la ragione della forma dei retabli pittorici. E non avendo avuto risposte soddisfacenti ho fatto da me. Ci ho messo più di trent’anni, però ci sono riuscito!

    La Semiotica dell’arte è stata la chiave per approcciare al tema senza i cosiddetti “disturbi” della semantica, cioè quelle condizioni per le quali si configura l’accettazione del patto di “veridizione” come scrive Umberto Eco.

    In pratica accettiamo una condizione per quanto ci viene affermato dal comune pensare, senza che venga verificata nuovamente.

    Se invece partiamo dall’osservazione, e dalla esperienza, come dice Leonardo, i segni possono raccontarci moltissimo!

    Si potrebbe dire che i segni non mentono, soprattutto, come nel caso dell’arte, quando sono una vera scrittura, leggibile, scrivibile, iterabile nel tempo e senza il ricevente.

    2)Esiste quindi un linguaggio segreto nelle opere d’arte?

    Si esiste, ma dobbiamo intenderci sul segreto. Direi che si tratta di un cosiddetto “linguaggio settoriale” riservato a pochi, talvolta tramandato con veri e propri riti iniziatici chiusi all’interno di congregazioni.

    Il lungo lavoro iniziato con i retabli, trova una svolta imprevista e incredibile nel disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo che ci permette di accedere alle antichissime regole della Divina Proporzione.

    Il frate matematico Luca Pacioli, amico e docente di Leonardo, della Divina Proporzione scrive che è una scienza segretissima ed un’unica cosa con la Santissima Trinità.

    Questa indicazione di Pacioli è rimasta come tale e senza soluzione per oltre 500 anni, e oggi possiamo finalmente decifrarla e interpretarla nella sua vera ragione.

    La Divina Proporzione è un sistema di scrittura voluto, presumibilmente, dai padri della Chiesa, per distinguere l’arte cristiana, votata nel dogma della Santissima Trinità dopo il primo Concilio di Nicea del 325.

    In pratica una scrittura virtuale, artificiale come scrive Tommaso D’Aquino, intesa come una filigrana nascosta e osservabile solo dagli occhi esperti degli iniziati. 

    Oggi il suo algoritmo si è svelato grazie anche al disegno di Leonardo. 

    3)Sul mercato dell’arte: i dati parlano del fatto che oltre il 50% di opere d’arte immesse sul mercato sono false o di errata attribuzione. Attraverso l’algoritmo, una sorta di Blockchain del passato, è quindi possibile riconoscere i falsi?

    Esatto, l’algoritmo della Divina Proporzione è proprio come una Blockchain, verificabile e certificabile a distanza dei luoghi e del tempo. Una traccia non modificabile e compresa nelle opere di età cristiana trinitaria in un epoca compresa tra il IV e il XVIII secolo.

    Un messaggio decifrabile da pochi, dobbiamo infatti pensare a figure di “controllori” inviati dalla Chiesa cristiana, diventata religione di Stato già nel 311 in Armenia e poi con l’Editto di Costantino in regioni sempre più vaste del Mediterraneo.

    La ragione “di Stato” di questi controlli, molto serrati e severi, era la lotta all’iconoclastia, una lotta senza frontiere, e l’algoritmo segreto era la garanzia assoluta che le opere d’arte fossero state realizzate su mandato della Chiesa.

    4)Oltre 500 anni dopo la morte di Leonardo da Vinci, con la sua ricerca è stato svelato l’inganno del grande Maestro. Quali altre sorprese ci aspettano dai prossimi volumi previsti in pubblicazione?

    Ho diviso la ricerca in due parti, la prima è stata appena  pubblicata da Giunti editore per cura della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna del MiC, con il titolo “L’inganno dell’uomo vitruviano – L’algoritmo della Divina Proporzione”

    La seconda parte, molto delicata per i risultati che sono emersi, spero veda luce presto. L’argomento, imprevedibilmente, ha preso una svolta, coerente con quanto trovato nella prima parte, ma direi più insidioso, persino spinoso, tale da essere trattato con molta attenzione e con dati certificabili e oggettivamente riscontrabili, da tutti.

    L’approccio dovrà essere consequenziale con la prima parte della ricerca, ma sarà necessaria una maggiore “serenità” perché toccherà temi, sempre collegati con il dogma della Santissima Trinità, ma con risvolti iconografici inaspettati, profondi che potrebbero persino  turbare.

    Ma non posso dire di più, invitando tutti a leggere attentamente il primo volume, dove c’è davvero tanto e un percorso ricco di sviluppi.

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