Il consulente che supporta la carriera degli artisti
Hai mai sentito parlare dell’Artist Manager? Professione poco diffusa in Italia, a livello internazionale l’Artist Manager è una figura professionale che affianca gli artisti, emergenti e affermati, quale supporto nella crescita della propria carriera nel mondo dell’arte.
Scopriamo chi è e cosa fa un Artist Manager
A metà tra l’advisor e il consulente, l’Artist Manager può diventare uno degli artefici del successo di un artista.Infatti, insieme all’artista un Artist Manager sviluppa e coordina strategie per promuovere la sua carriera, attraverso il contatto con gallerie d’arte, collezionisti, committenti, musei o aziende che intendano sviluppare collaborazioni o acquisire le sue opere.Un Artist Manager svolge le seguenti mansioni:
Offre consulenza per sviluppare strategicamente la carriera di un’artista;
Cura gli aspetti amministrativi, commerciali e burocratici in stretto contatto con altri professionisti;
Crea partnership e gestisce i rapporti con le gallerie e i media;
Supporta l’artista nelle trattative di vendita privata;
Promuove l’immagine e l’attività di un artista a livello internazionale, supervisionando progetti espositivi, mostre ed eventi ad hoc.
Col tempo gli Artists Manager più esperti sono riusciti a costruire un networking solido e trasversale in linea con i diversi settori del sistema e del mercato, come Avvocati dell’arte, Curatori, Restauratori, Uffici Stampa, consulenti finanziari e molti altri, tutto per garantire il miglior supporto professionale ai propri artisti, i quali sono quindi liberi di occuparsi e concentrarsi sulla propria ricerca artistica.Tra i consulenti più noti a livello internazionale CarrieMackin che, dopo esser stata la Studio Artist Manager di Kehinde Wiley, celebre per il ritratto realizzato al Presidente USA Barack Obama, ma non solo, è poi diventata la sua consulente personale.Negli anni la Mackin ha collaborato con diversi artisti contemporanei, come EV Day, Nan Goldin, Hank Willis Thomas, Amy Sherald e Michael Zelehoski.Sviluppare la propria carriera di artisti richiede impegno e dedizione, con il giusto supporto professionale è possibile però raggiungere importanti obiettivi Per trovare esperti Artists Manager consulta la nostra sezione Art Concierge di Art Rights, la più grande community di professionisti dell’arte.Photo Credits: Pieknow Artist Residency
Tra il pieno Rinascimento nel 1400 e il Barocco del 1600, i palazzi, sia all’interno delle stanze che all’esterno nelle facciate si ornarono di affreschi, tempere, soffitti a cassettoni, sculture e altri decori artistici.
Gli artisti di queste straordinarie opere erano personaggi famosi come Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Raffaello e molti altri, mentre i beneficiari erano le grandi e potenti famiglie come quella di Lorenzo de’ Medici.
Le ragioni di questi interventi spaziavano tra quelle di magnificare i grandi casati, di ravvivare le città caratterizzate dal lungo e rigoroso medioevo, non trascurando di aumentare in modo significativo il valore rappresentativo come quello economico dello stesso immobile.
In questi ultimi anni, confidando in uno spirito innovatore vicino a quello rinascimentale, assistiamo ad un rinnovato interesse per questo preziosissimo collegamento tra arte e patrimonio immobiliare!
Questo legame è in costante crescita, muovendo una domanda da parte degli acquirenti di immobili, consapevoli che un intervento dell’arte può dare un consistente valore aggiunto.
È bene subito precisare che questa relazione non può scorrere sui binari dell’improvvisazione o dell’estemporaneità, al contrario, necessita di particolare cura e attenzione, anche economica, nonché di un livello creativo, progettuale e identitario molto puntuale e forte.
Scopriamo insieme alcuni casi interessanti che hanno visto dialogare positivamente l’arte, l’urbanistica, l’architettura e lo sviluppo immobiliare.
Il primo risale al 2012, quando a Miami nasce la fiera Miami Rivercreata per dare avvio alla riqualificazione dell’area immobiliare della città a Downtown. Il quartiere in questione è Brickell, che si affaccia proprio sulle sponde del fiume Miami, una zona non proprio a due passi dalla ben più frequentata Miami Beach o del Wynwood District.
La scelta di fondo per questa azione di riqualificazione, sin dalle prime battute, è stata quella di unire l’area urbanizzata di Downtown all’arte, soprattutto nei giorni della manifestazione Art Basel Miami, tra le fiere d’arte più importanti nel mondo.
Questa “miscela”, in breve tempo, ha assunto un valore sempre più importante, tanto da creare veri e propri casi di studio, in particolare, sulla Street Art.
Peraltro, se nel 2012 il quotidiano Il Sole24Ore scriveva che il potere della Street Art nella rivalutazione degli immobili era sottostimato, oggi avviene sempre di più il contrario, come dimostra un articolo di Silvia Mazzucotelli del “Centro per lo Studio della Moda e della Produzione culturale”dell’Università Cattolica di Milano. La ricerca ha infatti stimato un aumento dei prezzi immobiliari fino al 20%, sui quali è intervenuta una riqualificazione dei quartieri con opere di arte urbana.
E ancora, secondo Collier International Italiaalcune proprietà, a Bristol e a Londra “firmate” dal misterioso e celebre street artist Banksy, hanno aumentato il loro valore di decine di migliaia di sterline.
Sempre per un intervento artistico dello stesso street artist di Bristol, in Italia, a maggio 2019, in occasione di una sua “incursione” artistica alla Biennale di Venezia, Banksy ha realizzato, sulla facciata di un palazzetto disabitato e in vendita a Dorsoduro, l’opera del “piccolo migrante” dove un bambino cerca aiuto segnalando il suo bisogno di soccorso con un razzo fumogeno acceso.
Banksy Venice, courtesy photo Lapo Simeoni
L’agenzia immobiliare Engels & Völkers, incaricata della vendita dell’immobile, ha dichiarato entusiasta di essere stata colpita dal Banksy Effect, grazie al quale l’edificio, prima valutato poco meno di 1 milione di euro, ha raggiunto l’incredibile cifra di 4 milioni di euro, per poi addirittura passare ad una cifra “su richiesta”.
Ancora nell’ambito della Street Art, alcuni eventi straordinari sono capitati alle opere dell’artista Keith Haring, che hanno fatto storia. Nel 1978 realizza un’opera all’interno di un ex deposito merci nel quartiere Tribeca a New York, che verrà poi trasformato in lussuosi loft dal valore di 10 milioni di dollari ciascuno. Uno dei proprietari, durante i lavori di ristrutturazione, porta alla luce un murales dell’artista facendo schizzare il valore del suo loft a 12 milioni di dollari.
Il murale di Keith Haring in un loft privato a Tribeca, Image credit: Tim Waltman
Anche in occasione di una sua mostra ad Amsterdam, Haring dipinse un gigantesco murales che venne quasi subito coperto da pannelli di alluminio, ma dopo trent’anni rimossi i pannelli la magnifica scoperta dal valore inestimabile. E infine, pare che un’altra sua opera sia stata “dimenticata” nella parete di una casa affittata a studenti dalla famiglia Moratti a Milano!
Malgrado i risultati, non tutti gli artisti sono d’accordo sull’utilizzo delle opere di Street Art nella rivalutazione immobiliare.
Celebre è il caso dello street artist Blu, che alla fine del 2014 ha applicato il processo di “eutanasia artistica” cancellando dai muri di un edificio a Berlino, nel quartiere di Kreuzberg, l’opera Brothers e Chain, in polemica con il progetto di riqualificazione urbana che interessava la zona.
L’arte negli edifici non è solo Street Art, e anche in altre forme, sta diventando parte integrante delle abitazioni residenziali anche per volere degli stessi condomini, come avvenuto nella città di Campobasso, protagonista di un progetto privato di rigenerazione urbana che sposa l’immobiliare con l’arte.
L’iniziativa, con il coinvolgimento di un’artista locale, ha previsto sulla facciata del condominio, grande 18X15 metri, una riproduzione artistica suddivisa in 164 lastre di cristallo.
Una vera e propria facciata ad arte.
Sempre in Italia, l’artista Flavio Favelli propone, a Valsamoggia (Bologna), interventi site specific realizzati con due wall painting, riproduzioni di due francobolli storici della serie “Imperiale”. L’intervento vincitore della seconda edizione di Italian Council 2017, ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, ha riqualificato i due edifici della “Casa del Popolo” e miniCop.
Altro caso è quello che vede coinvolto nel 2006 l’artista Ai Wei Wei, che ha progettato una residenza privata “ad arte” nella Hudson Valley, a poche ore da New York, in collaborazione con la società svizzera HHF Architects.
“Questa è un’opera d’arte in cui vivere”, ha dichiarato l’agente immobiliare Graham Klemm, tanto che nel 2013 il design unico ha valso alla guesthouse un “American Architecture Award”. L’immobile è ora sul mercato per oltre 5 milioni di dollari.
Tornando in Italia, la legge 717/49 prevede che una percentuale dei lavori per edifici pubblici sia destinata ad opere d’arte, la stessa, seppure applicata con difficoltà, rimane una norma di principio molto importante.
In sintesi, il connubio Arte-Immobiliare resta una prateria ancora tutta da esplorare, una riserva importante che, se impiegata in modo calibrato, evitando che l’arte e la soluzione architettonica entrino, inutilmente, in competizione tra loro, potrà dare grandi soddisfazioni al settore immobiliare.
Photo Credits: Remko De Waal
E tu, quale opera d’arte guardi dalla tua finestra?
Intervista a Rossella Novarini Art Rights Magazine
Le Interviste di ProfessioneArte.it
Intervista a Rossella Novarini, Direttore Generale Il Ponte Casa d’Aste – ProfessioneARTE.it
Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione conProfessioneARTE.it.
Nel marketing, la profilazione dei clienti o Customer Profiling indica quelle tecniche che consentono all’azienda/brand di creare un preciso “ritratto” del loro cliente ideale o del target di riferimento.
Per il mondo dell’arte il Customer Profiling serve a delineare il profilo del collezionista, visitatore, professionista, art lover, che è interessato ad acquistare o fruire di determinati servizi, opere d’arte o a visitare il nostro evento.
Troppo complicato? FORSE NO!
Oggi sul web tutto è tracciabile, grazie a strumenti come Google Analytics o Instagram Insights utilizzati dagli esperti di Marketing Culturale.
Come creare il profilo di una persona interessata alla nostra arte?
CONOSCI LA TUA ART BUYER PERSONA!
Ecco gli elementi da tenere in considerazione:
Capire come vengono utilizzati i nostri prodotti/servizi, che, nell’ambito dell’arte, significa, per esempio, i valori, le emozioni e i modi con cui le opere vengono fruite, sia all’interno di musei o istituzioni nel caso di una mostra, sia nel caso in cui si tratti di collezionisti. Questi infatti acquistano arte per diversi motivi, per investimento, per status sociale o semplicemente per goderne all’interno di abitazioni e uffici;
Costruire una mappa del customer journey, che raffigura visivamente le azioni del potenziale cliente, specialmente online, dal momento iniziale del processo decisionale fino all’esperienza post-acquisto;
L’importanza dei dati demografici: come il range d’età, la provenienza geografica, il livello di educazione, reddito, ma anche valori e interessi. Un esempio del potenziale collezionista potrebbe essere: adulto 30-40 anni, italiano, laureato, reddito di fascia media, interessato ad arte e design;
Tieni conto dei feedback e della tua web reputation, attraverso sondaggi, commenti e messaggi sui social, recensioni online da tenere in grande considerazione non solo per migliorare il modo in cui viene percepito il prodotto artistico/culturale, ma anche per apportare migliorie tecniche come tempi di consegna delle opere, modo di trasporto ecc ecc…
L’insieme di questi suggerimenti concorrono a formare il “cliente ideale per la tua arte”, al fine di creare una Digital Strategy ideale per le sue caratteristiche, scegliendo i canali di marketing più efficaci per raggiungerlo
Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo di gestire gli Archivi e le collezioni d’arte, a favore di Artisti, Collezionisti, Gallerie, Musei e Professionisti, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare le opere.
Quali sono i vantaggi? Avere tutte le informazioni sulle opere d’arte in un unico ambiente digitale privato e sicuro, dove catalogarle e archiviarle insieme alla documentazione completa, dal Certificato di Autenticità, ai Condition Report, insieme ai Contratti di Prestito o Deposito fino alle Pubblicazioni Stampa, Online e Cataloghi.
Un archivio completo e in continuo aggiornamento, dove vuoi quando vuoi.
Art Rights offre la possibilità ai suoi utenti di creare un archivio digitale completo e professionale con il suo servizio di ART MANAGER.
Si tratta di un sistema gestionale basato sulla tecnologia Blockchain, che in totale privacy, sicurezza e autonomia per l’Artista, il Collezionista e il Professionista permette di creare un vero e proprio PASSAPORTO DELL’OPERA D’ARTE, grazie all’Attestato Art Rights.
L’utente può inserire un numero illimitato di opere e informazioni, per averle sempre a disposizione su pc, smartphone e tablet.
L’Art Manager di Art Rights
Ma come funziona l’Art Manager di Art Rights?
L’utente, scelta la categoria di appartenenza (Artista, Collezionista, Galleria, Archivio, Museo, Casa d’Aste, Professionista) e completata l’iscrizione, può scegliere di caricare le informazioni sull’opera d’arte in due modalità: FAST RIGHTS oppure INSERISCI
FAST RIGHTS è la procedura semplificata e più veloce per creare l’Attestato Art Rights e certificare le informazioni base dell’opera d’arte in Blockchain.
Troppo poche? Non ti preoccupare, sono sempre aggiornabili quando vuoi!
INSERISCI è il procedimento standard e completo, che permette di compilare la Scheda dell’opera suddivisa in 10 SEZIONI e 200 CAMPI compilabili a seconda delle informazioni che hai. Non hai tutte informazioni oppure vuoi aggiornarle nel tempo? Nessun problema, con l’Attestato Art Rights puoi farlo!
Che cosa puoi inserire nel tuo Art Manager?
OPERA D’ARTE: informazioni principali sulla tua opera (anno, titolo, medium etc)
STORICO: per tenere traccia dell’intero ciclo di vita dell’opera
VALORE: con i dati economici dell’opera, il costo, i passaggi di proprietà e valutazioni
BOOK&PRESS: con tutte le pubblicazioni, i cataloghi, la stampa e i comunicati dove è coinvolta la tua opera
ESPOSIZIONE: con lo storico delle mostre e degli eventi espositivi
CONDITION REPORT: per tenere traccia dello stato fisico dell’opera, le specifiche tecniche sui materiali, insieme ai documenti rilasciati dagli esperti
UTILITY&FACILITY REPORT: con i requisiti per l’esposizione dell’opera (illuminazione, microclima, movimentazione, allestimento ecc…)
PRESTITO&DEPOSITO: con lo storico dei prestiti e dei depositi dell’opera, insieme a quelli attivi
ALTRO: per aggiungere tutti i documenti o le informazioni quello che ti sembrano importanti sulla tua opera
MULTIMEDIA: immagini, video o audio di interviste sull’artista e sull’opera per rendere completo il tuo Attestato Art Rights
Avere un archivio digitale completo e sempre aggiornato permette agli Artisti, Collezionisti, e Professionisti del settore di gestire, proteggere e valorizzare al meglio le opere d’arte grazie all’Art Manager di Art Rights.
Una nuova opportunità di racconto, valorizzazione e vendita dell’arte
Ora più che mai le piattaforme social sono diventate strumenti di riferimento, anche per il mondo dell’arte, dove emergono figure chiave come artisti, collezionisti, curatori o professionisti del settore in grado di catalizzare l’attenzione di migliaia follower dell’arte.
Queste figure sono chiamate Influencer o meglio Art Influencer.
Ma chi sono gli influencers?
In questi anni abbiamo imparato a conoscere gli Influencer, personaggi, professionisti o persone comuni in grado di costruire la propria community su diverse piattaforme social, influenzando appunto i gusti o le decisioni dei follower e attirando per questo l’attenzione di brand del lusso come moda e cosmesi, i primi a comprendere le potenzialità di attuare differenti strategie di marketing e comunicazione non tradizionali.
Con l’avvento dei social media, si è fatto strada un numero crescente di opinion leader che esercitano una vera e propria social influence, incidendo in maniera significativa sulla visibilità di un marchio e sulle decisioni di acquisto dei followers.
L’Influencer Marketing consiste quindi nel coinvolgimento di personaggi influenti del web nelle campagne pubblicitarie e promozionali con l’obiettivo di sponsorizzare i propri prodotti all’interno di community con un tasso di conversione reale.
Al giorno d’oggi i social network offrono tantissime possibilità per comunicare, promuovere e vendere l’arte.
ll mondo dell’arte ha i suoi Art Influencers?
Sembrerebbe che il fenomeno stia cominciando a prender piede: in particolare crescono le micro- community di artisti, collezionisti e professionisti del settore intorno a figure definibili come micro-influencers, capaci di condividere i valori dell’arte con i propri followers.
Sebbene i numeri siano ancora inferiori rispetto agli altri settori, anche nel mondo dell’arte esiste quindi la possibilità di raggiungere target verticali e puntuali con alti tassi di conversione.
Tuttavia è bene avere chiaro che l’Arte deve avvalersi di strategie e matrici di comunicazione nel rispetto dei valori fondamentali della cultura, senza scadere in una semplice mercificazione priva di basi e competenze.
Si tratta di una vera e propria sfida, che potrebbe scuotere le dinamiche di promozione, comunicazione e vendita dell’arte.
Scegliere di attuare una strategia di Influencer Marketing per l’Arte non è così semplice, anche solo a partire dalla scelta della figura che andrà a presentare la tua arte, il museo, la casa d’aste o la galleria. Per questo affidarsi a professionisti in grado di trovare quella giusta potrebbe rivelarsi la carta vincente per la riuscita del tuo progetto d’arte.
Oggi la Blockchain trova sempre maggior impiego nel mondo dell’arte. Gli artisti, in particolare, iniziano a guardare con più interesse questa nuova tecnologia, quale strumento che può essere utilizzato in varie modalità.
Scopriamo quali…
La Blockchain è una nuova tecnologia che si configura come un “registro virtuale distribuito” nel quale le informazioni vengono validate da utenti e database di varie parti del mondo nel totale rispetto della privacy. I dati vengono crittografati e associati ad un codice alfanumerico complesso andando a formare catene incorruttibili e tracciabili dalla comprovata sicurezza.
Più semplicemente la Blockchain è, attualmente, l’unica tecnologia in grado di supportare l’innovazione per il mondo dell’arte.
In particolare, per gli artisti, la Blockchain può essere utilizzata per:
DIMOSTRARE L’AUTENTICITÀ
La blockchain, consente agli artisti di certificare la paternità e l’autenticità della propria produzione, registrando le informazioni principali dell’opera d’arte, quali caratteristiche fisiche, anno di realizzazione, tecnica etc.,
Art Rights, in particolare, grazie all’Attestato Art Rights utilizza la Blockchain per questo scopo specifico, creando un documento a piena valenza legale e conforme alla Legge del Diritto d’Autore.
GESTIONE DELLE OPERE
La Blockchain può essere utilizzata anche per la gestione delle opere, attraverso la creazione di veri e propri archivi digitali, utilizzando dei software gestionali.
Creare un archivio digitale, significa, per l’artista, tutelare la propria produzione da eventuali rischi di falsi e di mancanza di documentazione, tenendo sotto controllo tutti i passaggi delle opere, dai restauri fino alle vendite.
Art Rights è la prima piattaforma ad utilizzare la Blockchain a supporto dell’arte per la gestione, certificazione e autenticazione delle opere a tutela e favore degli Artisti.
Attraverso un sistema unico di convalida delle informazioni, Art Rights permette agli artisti di creare gli Attestati Art Rights per dimostrare la paternità, la provenienza e autenticità delle proprie opere d’Arte.
Con Art Rights potrai certificare le tue opere e richiedere conferma delle informazioni agli altri utenti verificati come Galleristi, Curatori e Musei creando un vero e proprio Passaporto dell’Opera d’arte.
E tu, sei pronto a certificare e gestire la tua arte?
Negli ultimi anni, anche il mondo dell’anno sta sperimentando nuove strategie social per raggiungere un pubblico più ampio: tra queste, ci sono anche le cosiddette sponsorizzate.
Data la quantità di contenuti che ogni giorno vengono postati sui social, è sempre più difficile emergere, anche se si producono post di qualità e potenzialmente con un alto tasso di engagement.
Per raggiungere il target di collezionisti, art lovers, potenziali clienti, visitatori etc., anche musei, artisti, gallerie e professionisti che creeranno delle pubblicità a pagamento appositamente pensate per ampliare il proprio pubblico: le sponsorizzate.
L’utente quindi vedrà questi contenuti sponsorizzati su Instagram e Facebook nel feed tra i vari post delle persone che segui, nello scrolling dell’utente e nelle storie.
Su Instagram e Facebook, questi contenuti hanno la dicitura “Sponsorizzato”, vicino al nome del profilo e le call to action, che su Instagram possono essere “Acquista Ora”, se si tratta di un prodotto, oppure “Visita il profilo Instagram”, “Scarica” per il download di un contenuto editoriale oppure “Scopri di più” per venire reindirizzati su un sito web.
Nel mondo dell’arte, le sponsorizzate vengono utilizzate in occasione di nuovo progetto o un evento d’arte da pubblicizzare, come un’inaugurazione, una mostra, una fiera, un’asta o ancora una pubblicazione, un catalogo etc. Se sei un professionista o un’azienda, le sponsorizzate sono utili per promuovere i tuoi prodotti, i tuoi servizi o ancora webinar o corsi online.
Ti è mai capitato di vedere nei post o nelle stories hashtags come #adv, #supplied, #giftedby? Ecco, questi sono i cosiddetti ”hashtags della trasparenza” e sono utilizzati per comunicare immediatamente agli utenti che quel post o quella storia hanno una finalità pubblicitaria
Questo perché in Italia la pubblicità va dichiarata!
A stabilirlo èl’IAP(Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) attraverso la Digital Chart ossia il regolamento che disciplina “l’online advertising”, che prevede delle linee guida per comunicare le collaborazioni in maniera corretta, ovvero:
#ADV O #SPONSOREDBY PER IL COMPENSO DI DENARO
Con la dicitura #ad/#Advertising/#Sponsored, #Sponsoredby si va a comunicare ai propri follower che si è stati pagati per mostrare determinati prodotti, luoghi o servizi. Viceversa #noadv indica che un post non è il frutto di un accordo commerciale.
#SUPPLIEDBY PER LO SCAMBIO DI SERVIZI
L’hashtag #suppliedby invece indica che l’influencer sta ricevendo dei servizi o delle esperienze gratuitamente, in cambio di visibilità in post o stories.
#GIFTEDBY PER REGALI O OMAGGI
L’hashtag #giftedby (o #regalo) invece viene utilizzato principalmente nelle stories e va ad indicare che i prodotti mostrati sono stati regalati all’influencer, che può decidere autonomamente se mostrarli o meno ai propri follower.
I social sono un potentissimo strumento di marketing, anche per il mondo dell’arte e, se usati per fini commerciali, è buona norma conoscere le regole e tenersi sempre aggiornati per evitare di imbattersi in problematiche legali.
Continua a seguirci per non perderti le ultime news!
Intervista a Laura Viviani, Fine Art Logistic & Luxury Consultant – ProfessioneARTE.it
Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione conProfessioneARTE.it.
Come creare uno shop online per vendere le tue opere d’arte
Anche il mondo dell’arte sta scoprendo sempre di più le potenzialità delle vendite online, un nuovo canale che permette di raggiungere un pubblico sempre più ampio di collezionisti e art lovers, millennials e non solo.
Secondo ilGlobal Art Market Report 2020 di Art Basel e UBSinfatti, il mercato online delle opere d’arte nel 2019 ammonta a 5,9 miliardi di dollari e rappresenta il 9% delle vendite totali, in continua crescita, e riguarda specialmente le opere con valore inferiore ai 5.000 euro.
E’ chiaro come dunque l’e-commerce possa essere un ottimo strumento per accrescere le proprie vendite, specialmente per gallerie, artisti e case d’asta.
Un e-commerce d’arte però deve essere pensato come un percorso emozionaleche accompagna il potenziale collezionista all’acquisto, per cui, al momento della sua creazione, bisogna tenere conto di alcuni elementi fondamentali come:
Organizzazione: il sito web deve avere uno schema chiaro e funzionale, che faciliti la navigazione per l’utente, ma anche i motori di ricerca. Oltre alle pagine come Home, Shop, About, Contatti, le opere/prodotti devono essere divise in macro categorie e sottocategorie, come tecnica (scultura, olio su tela, multiplo etc.), tematica (ritratto, paesaggio etc.) o ancora per artista, per colore etc.;
Scheda Prodotto: elemento che può fare la differenza, spingendo l’utente ad acquistare o meno. La scheda deve contenere più immagini, partendo da una foto generale e magari ambientata, per dare un’idea delle dimensioni, fino ad arrivare ai dettagli e particolari fisici che possono colpire l’utente. E’ importante anche la descrizione, che deve presentare tutte la caratteristiche fisiche, ma deve far leva anche sulle emozioni suscitate dall’opera. Non dimentichiamo poi che il tutto deve essere SEO oriented;
Responsiveness: sempre secondo il Global Art Market Report, il 40% delle vendite online è avvenuta tramite smartphone o tablet. Avere un sito che non sia perfomante da mobile infatti, vuol dire perdere una buona fetta di potenziali clienti;
Facilità di acquisto: i prodotti devono presentare, già dalla home, un tasto con scritto “Acquista Subito”: la maggior parte degli utenti, infatti, compra arte online d’impulso, per cui avere un e-commerce che consente l’acquisto immediato può fare la differenza.
Area My Account: in cui l’utente può visualizzare le opere d’arte già acquistate, vedere e modificare tutte le sue informazioni;
Privacy & Terms, Condizioni di Vendita: non dimentichiamo che l’e-commerce, per legge, deve sempre avere delle pagine che regolino le condizioni di vendita e di trattamento dei dati personali e dei cookies, per non incorrere in sanzioni e problemi legali;
Le spedizioni: una volta completato l’acquisto, l’utente si aspetta di ricevere l’opera d’arte nel più breve tempo possibile. Quindi è importante affidarsi a delle società specializzate nel trasporto di opere d’arte, con le quali sia facile trasmettere gli ordini ricevuti e che siano in grado di maneggiare e movimentare le opere in maniera professionale;
Inoltre l’e-commerce deve essere parte di una strategia di content marketing, utile ad attirare nuovi utenti, fidelizzare il proprio pubblico o fare lead nurturing:
Blog/Magazine: in cui viene raccontata l’attività quotidiana dell’artista/galleria, come l’allestimento di una mostra, la creazione di un’opera d’arte, o dove vengono descritte le opere in maniera più dettagliata etc. Gli articoli del blog devono sempre avere delle “call to action” ben definite, che possono essere l’acquisto delle opere o l’iscrizione ad una newsletter;
Iscrizione alla newsletter: è bene prevedere un form di iscrizione alla newsletter in ogni pagina del sito, magari dando in cambio un prodotto virtuale (ebook, webinar) o uno sconto sul primo acquisto;
Le Online Viewing Room:sempre più diffuse nel mondo dell’arte, specialmente per le gallerie, si tratta di aree esclusive a cui si accede previa registrazione, in cui è presente un’accurata selezione di opere in vendita. Queste aree possono prevedere anche dei tour virtuali che stimolano ancora di più l’engagement con gli utenti;
L’e-commerce per l’arte deve essere un luogo virtuale in cui i potenziali clienti attuano una conversione, ovvero acquistano l’opera d’arte.
Per questo motivo esso si trova all’apice di tutte le strategie digitali per l’arte che hanno come obiettivo la vendita.
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