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    Intervista a Mauro Stefanini Gallerista e Presidente ANGAMC – ProfessioneARTE.it

    Intervista Mauro Stefanini Open Art Art Rights Magazine
    Intervista Mauro Stefanini Open Art Art Rights Magazine

    Le Interviste di ProfessioneArte.it

    Lui è Mauro Stefanini, gallerista e presidente ANGAMC

    Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi  professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione con ProfessioneARTE.it.

    Creare la Digital Strategy per i Musei

    CREARE LA DIGITAL STRATEGY PER I MUSEI

    Avere una strategia digitale è fondamentale per comunicare sul web in modo efficace, per coniugare il fisico con l’online

    Per Digital Strategy si intende la progettazione strategica di un piano con la quale definiamo, in ogni dettaglio, la nostra presenza nel mondo digitale, seguendo un insieme di linee guida e azioni definibili in funzione degli obiettivi e del contesto in cui si dovrà operare.

    Nel mondo dell’arte esistono e intervengono peculiarità uniche del settore, che devono essere obbligatoriamente tenute in considerazione in sede di programmazione, di elaborazione creativa, redazione dei testi, posizionamento, modalità di racconto e comunicazione digitale.

    Quando un museo decide di operare online, dopo aver individuato target e obiettivi, deve necessariamente progettare una strategia efficace per comunicare sul web e raggiungere i suoi scopi online.

    L’obiettivo generale di un museo d’arte sta nella valorizzazione della collezione permanente, nella promozione di una programmazione espositiva o di progetti che richiamano attenzione del pubblico di visitatori del museo. Valorizzare significa rendere fruibile e accessibile l’arte a un pubblico più o meno vasto ed eterogeneo, con un percorso attento, sia visivo che descrittivo, culturale e sociale, per evidenziare le qualità dell’arte, permettendo al fruitore di ampliare la sua conoscenza. 

    Durante il lockdown i musei hanno acquisito una maggiore consapevolezza sulla necessità di dover adottare una strategia digitale specifica e studiata per poter adempiere alla propria funzione.

    Avere una strategia digital non significa soltanto avere profili social e un sito internet, ma diventa importante imparare a gestirli al meglio, selezionando i canali giusti per raggiungere i visitatori e appassionati d’arte.

    Per poterlo fare bisogna partire da un punto fermo: la qualità dei contenuti, la costanza, le analisi e i continui interventi correttivi e di miglioramento sono la chiave per il successo nel digitale, anche per il mondo dei musei d’arte. 

    Tra i canali a disposizione dei musei per poter comunicare sul web ci sono:

    • Dirette: per creare interazioni con il proprio pubblico attraverso interviste o eventi;
    • Webinar: per creare approfondimenti e lezioni d’arte attraverso le piattaforme di e-learning;
    • Podcast: per raccontare la storia della collezione in modo più smart;
    • Video: come contenuto social o per promuovere la propria istituzione;
    • Newsletter: per tenere sempre aggiornato il pubblico con le ultime notizie.
    • Blog/news: con focus su temi specifici, news e avvenimenti;
    • Virtual tour: per poter rendere fruibile la collezione anche online e a distanza;
    • E-commerce: per acquistare i biglietti o gli articoli del bookshop direttamente dal sito web;
    • Sito Web: strutturato in modo specifico per il mondo dell’arte e costantemente aggiornato.
    • Social Network: tra i più utilizzati ci sono Facebook, Instagram, LinkedIn, YouTube e da ultimo TikTok, per ognuno di loro la strategia di utilizzo si differenzia a seconda degli obiettivi

    Il periodo post quarantena è per i musei l’occasione, non più rinviabile, per strutturarsi con una maggiore presenza e offerta digitale per la fruizione, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale. 

    Per i musei sarà di fondamentale importanza continuare quanto iniziato in quarantena, adattando i progetti digitali nella forma, nella quantità e nella strategia verso un percorso strutturato e di qualità nel tempo.

    Inoltre sarà necessario coniugare digitale e fisico e migliorare la qualità dei contenuti online, avvalendosi di uno staff, interno o esterno, che possa garantire progetti e strategie digitali di lungo termine, di un certo pregio ed efficacia.

    Digital Strategist per l’arte

    DIGITAL STRATEGIST PER L’ARTE

    Lo “Stratega” delle campagne di marketing online

    Il digital strategist è una figura polivalente, che si occupa di progettare e pianificare una campagna di digital marketing declinandola nei vari canali.

    Il Digital Strategist solitamente lavora con un team di professionisti come Social Media Manager, Web Analyst, Graphic & Web Designer e ha una grande capacità di visione di insieme.

    Il suo ruolo è di disegnare, pianificare e monitorare l’andamento di una campagna di marketing. Conosce molto bene i canali di comunicazione digital ed è in grado di stabilire budget, obiettivi specifici e KPI, sempre rispettando la mission e i valori dell’azienda per cui lavora.

    Anche il mondo dell’arte comincia a prendere familiarità con questa figura: le grandi gallerie, come David Zwirner e Gagosian, ma anche i grandi artisti, hanno già una Digital Strategy ben definita, che punta ad aumentare l’engagement con i propri utenti e collezionisti.

    Come ogni strumento o figura derivante dal marketing tradizionale, anche il Digital Strategist deve avere delle competenze specifiche per il mondo dell’arte, che possono essere riassunte in 4 punti:

    -Conoscenza del prodotto artistico/culturale: mostre, eventi culturali, come anche l’opera d’arte in sé, devono essere pensati come dei “prodotti” che hanno leve specifiche legate ai valori intangibili quali emozioni e potenza dell’esperienza. Il Digital Strategist deve quindi basare l’intera campagna su queste leve.

    -I pubblici di riferimento: che possono variare da potenziali visitatori di una mostra/evento, quindi un pubblico abbastanza generico di art lovers, a collezionisti altamente profilati e targettizzati per interesse, precedenti acquisti, localizzazione geografica etc. Anche in questo caso è importante capire il loro comportamento nei confronti del prodotto/servizio culturale.

    -I canali: la campagna di marketing deve essere declinata su canali specifici che per il mondo dell’arte può voler dire: Sito web e relative call to action all’acquisto di biglietti/prodotti/servizi; Social Media per aumentare l’engagement con la propria community; Email/Newsletter per fidelizzare o acquisire nuovi pubblici; Piattaforme online, Viewing Rooms, Virtual Rooms per offrire un’esperienza unica. 

    KPI qualitativi: come abbiamo già spiegato in un nostro precedente articolo, gli indicatori di performance utili a misurare i risultati di una determinata campagna, devono tenere conto della qualità del prodotto culturale, quantificabili attraverso soddisfazione del pubblico, recensione su riviste specialistiche etc.

    Il Digital Strategist per l’arte, oltre ad avere delle competenze tecniche e di leadership, deve quindi conoscere a fondo anche il sistema dell’arte, con i suoi pubblici e i suoi professionisti, essendo un mondo che segue delle regole e delle leve molto specifiche.

    Moncler e l’Arte

    Moncler & L'arte Arte e Moda Art Rights Magazine
    Moncler & L'arte Arte e Moda Art Rights Magazine

    MONCLER E L’ARTE

    Anche il brand della moda Moncler utilizza i valori dell’arte per promuoversi ed elevare la propria immagine.

    Come usare gli hashtags per l’arte

    COME USARE GLI HASHTAG PER L’ARTE

    Anche nel mondo dell’Arte l’hashtag permette di dare una maggiore visibilità ai post, facilitando la ricerca sui social.

    L’ hashtag è un particolare tipo di tag (parola chiave, termine) che serve all’algoritmo per raggruppare e categorizzare argomenti e conversazioni. 

    Utilizzare un hashtag per ottimizzare una foto, un video o un aggiornamento di stato, rende il contenuto più visibile nelle ricerche sui social (Pinterest, Twitter, Instagram, YouTube, Facebook), permettendo agli utenti di trovare velocemente contenuti specifici postati sullo stesso argomento.

    Il concetto di hashtag nasce proprio dall’esigenza di creare etichette ad hoc in grado di richiamare immediatamente tutti gli argomenti taggati nello stesso modo.

    Anche nel mondo dell’Arte, l’hashtag è molto utilizzato e ha diverse funzioni, come:

    • farsi trovare come brand
    • seguire eventi d’arte
    • favorire la diffusione di news
    • pubblicizzare una mostra
    • promuovere un servizio, un prodotto o un nuovo progetto d’arte

    Scegliere gli hashtag più adatti per far circolare maggiormente i tuoi contenuti può richiedere tempo e ricerca: infatti i trend relativi agli hashtag possono cambiare molto frequentemente.

    Detto questo, è possibile valutare degli elementi per scegliere la giusta combinazione, senza abusarne.

    • Usa hashtag generici e molto popolari ma propri del settore dell’arte (es. #artecontemporanea #arteclassica #artisticontemporanei #museidarte #mostredarte).
    • Non dimenticare quelli specifici e di nicchia come il titolo di una mostra o di un’opera d’arte, piuttosto che di una professione se devi promuovere la tua attività o del nome del tuo nuovo progetto.
    • Aggiungi branded hashtag quando necessario.

    A livello strategico è sempre buona norma usare hashtag molto popolari insieme a quelli di nicchia, ma sempre tematizzati e senza forzare la mano.

    Ma allora, quanti hashtag è bene utilizzare e dove possono essere inseriti?

    -In occasione di un evento/mostra: utilizzate il branded hashtag con il nome dell’evento + 5 generici (#artevent, #mostradarte, #artexhibition) + 5 specifici (#nomelocation, #nomeartista, #mixedmedia etc.)

    -Per promuovere la propria attività artistica: utilizzate l’hashtag con il vostro nome + 5 generici (#artist, #artistoninstagram, #painter #painterslife) + 5 specifici che possono essere riferiti alla tematica affrontata nella vostra ricerca o al medium utilizzato. Nel caso in cui si abbia un e-commerce, possono essere efficaci anche gli hashtags #onlineartsales o #onlineartgallery

    -Per promuovere il proprio servizio: anche in questo caso è bene usare l’hashtag con il nome + altri relativi al servizio come #artmanagement #artconsultant #artcurator etc.

    Attraverso l’utilizzo strategico degli hashtag i contenuti d’Arte possono godere di una maggiore visibilità e raggiungere un pubblico molto più ampio e allo stesso tempo mirato che a sua volta tiene ‘vivo’ l’argomento, introducendolo ad altri potenziali interessati.

    Intervista a Sharon Hecker Storica dell’Arte e Curatrice – ProfessioneARTE.it

    Intervista Sharon Hecker Professione Arte Art Rights Magazine
    Intervista Sharon Hecker Professione Arte Art Rights Magazine

    Le Interviste di ProfessioneArte.it

    Lei è Sharon Hecker Storica dell’Arte e Curatrice.

    Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi  professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione con ProfessioneARTE.it.

    Le Dirette Social Sull’Arte

    LE DIRETTE SOCIAL SULL’ARTE

    Le dirette social sono salite alla ribalta nel periodo del lockdown, entrando nella quotidianità anche del mondo dell’Arte.

    Instagram è la piattaforma di riferimento per musei, gallerie, artisti e collezionisti, che hanno voluto creare interazione con il pubblico di appassionati attraverso le dirette video, dialogando con gli utenti, organizzando talks e format video o semplici chiacchierate.

    Non solo Instagram: anche Facebook, Linkedin, Youtube e TikTok possono ospitare live streaming ma al momento sono ancora poco utilizzate dall’Arte e la Cultura.

    Ormai immancabili nei piani editoriali, le dirette hanno dimostrato di essere un valido espediente in grado di garantire un forte engagement.

    Una live streaming strategy ha la capacità di essere versatile e di adattarsi a diversi obiettivi specifici che, nel mondo dell’arte, possono tradursi in:

    • annuncio di una nuova mostra
    • conferenze stampa
    • trasmettere un vernissage
    • organizzare interviste e talks
    • documentare il backstage di un evento o l’allestimento di una mostra
    • annunciare partnership e collaborazioni

    Le dirette sono molto apprezzate dagli utenti perché creano una certa suspense data dall’assistere a qualcosa di inaspettato e coinvolgente; inoltre trasmettono una maggiore immediatezza vista la possibilità di ricevere risposte in maniera istantanea.

    Nel corso degli eventi, per esempio, le dirette danno la possibilità, anche a chi è lontano geograficamente o impossibilitato per qualsiasi altra ragione a seguirli, di farlo. 

    Perché una live streaming strategy si riveli davvero efficace e porti a risultati concreti, ci sono però delle accortezze da seguire e degli errori da evitare. 

    Programma un calendario fisso: solo in questo modo, infatti, si crea una sorta di appuntamento costante che è utile per fidelizzare e coinvolgere la propria fanbase. Su Instagram è disponibile anche la funzione countdown nelle stories che offre la possibilità di inviare una notifica ai propri follower nel momento in cui si inizia la diretta.

    Individua un format: Interviste a esperti per approfondire temi legati al mondo dell’arte; domande e risposte con il pubblico che ti segue; focus su un argomento specifico d’arte; tutorial e guide tecniche sulla pratica artistica sono solo alcuni esempi.

    Non eccedere: la diretta è lo strumento social più coinvolgente e interessante per la community. Tuttavia, non scordiamoci mai del ruolo che rivestiamo, quello che rappresentiamo oppure che intendiamo mantenere nei confronti del nostro pubblico, che ci guarda e ascolta. 

    Il lockdown è stato il banco di prova per sperimentare le dirette nel mondo dell’arte ma attenzione al post Coronavirus, perché i contenuti social, tra cui le dirette, dovranno obbligatoriamente migliorare ed essere riviste nelle quantità e modalità.

    Che cos’è il KPI? Utilizzi nel mondo dell’arte

    CHE COS’E’ IL KPI? UTILIZZI NEL MONDO DELL’ARTE

    Il KPI ovvero Key Performance Indicators, sono delle misure quantificabili per valutare l’efficacia di una certa iniziativa.

    Stabilire degli obiettivi quantificabili, in sede di progettazione di una campagna di marketing e comunicazione, ma anche di un evento o di una mostra d’arte, è fondamentale per monitorare i risultati sia in corso d’opera che al termine.

    Prima di stabilire dei KPI, bisogna avere chiari gli obiettivi da conquistare, e quindi capire quali sono i fattori chiave per raggiungerli e quali strumenti utilizzare per misurarli.

    Il marketing tradizionale utilizza degli “Indicatori di performance”, specifici per ogni canale, che possono essere adattati anche al mondo dell’arte, con le dovute precauzioni.

    Per l’arte, i risultati di una campagna o di un evento, possono infatti essere sia quantitativi (l’acquisto di un’opera, di un servizio, di un biglietto per la mostra), che qualitativi (recensioni stampa, livello di soddisfazione dei visitatori, acquisizione nuovi contatti etc.).

    Vediamo quindi in dettaglio 5 KPI specifici per il mondo dell’arte:

    ROMI (Return on marketing investment): è uno dei KPI più classici, che prende in considerazione i costi e i ricavi netti generati. Solitamente, questo si misura in percentuale, ovvero se un ente, un artista o un professionista, spende 100 per promuovere un prodotto o un servizio, e ottiene ricavi per 120, ecco che il ROMI, in questo caso, sarà del 20%.

    -Soddisfazione di pubblico/visitatori: questo è un KPI altrettanto importante nel mondo dell’arte, in quanto misura la qualità di una mostra o di un evento culturale. Misurare questo dato, vuol dire tenere in considerazione i questionari di gradimento all’interno della sede espositiva, i commenti e l’interazione sui social e sulle varie piattaforme, attraverso un punteggio che contribuisce a determinare la buona riuscita o meno di una certa iniziativa culturale.

    Soddisfazione di donatori e collezionisti: artisti e musei vivono anche e in gran parte di alcuni benefattori che immettono fondi in maniera continuativa, o di collezionisti che supportano attivamente l’artista. Per questo bisogna considerare la loro soddisfazione e il loro feedback come un elemento fondamentale.

    Risonanza mediatica: un altro KPI che misura la qualità. Un evento o una mostra culturale può avere una risonanza mediatica che va oltre le opere o i biglietti venduti. Misurare questo dato significa tenere in considerazione articoli e recensioni presenti su blog o testate giornalistiche di settore; l’accoglienza di critici, curatori, storici dell’arte ma anche di collezionisti e professionisti. Importante è anche dare un punteggio all’estensione geografica di questa risonanza: un articolo scritto dall’altra parte del mondo, se proviene da una testata prestigiosa, può valere più di cento articoli scritti da testate locali.

    -Acquisizione nuovi contatti: l’obiettivo di una campagna o di un evento può diventare anche quello di ampliare il networking della galleria o dei professionisti intorno al museo, con il fine di favorire nuovi progetti o iniziative.

    Esistono migliaia di KPI che possono essere utilizzati rispetto agli obiettivi prestabiliti, ma, nel mondo dell’arte, diventa fondamentale misurare e quantificare la “qualità” dei propri progetti, perché, il più delle volte, è un “indicatore di performance”, che premia nel lungo termine.

    François Pinault VS Bernard Arnault

    FRANÇOIS PINAULT VS BERNARD ARNAULT

    La “rivalità” tra due grandi collezionisti d’arte

    Via le vetrine dai musei…Parte I – Di Roberto Concas

    VIA LE VETRINE DAI MUSEI DI ROBERTO CONCAS ART RIGHTS MAGAZINE
    VIA LE VETRINE DAI MUSEI DI ROBERTO CONCAS ART RIGHTS MAGAZINE

    VIA LE VETRINE DAI MUSEI… PARTE I 

    di Roberto Concas