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    Made you look: su Netflix un documentario sulle opere d’arte false della galleria Knoedler

    Made you look: su Netflix un documentario sulle opere d’arte false della galleria Knoedler

    Rothko, Pollock, Motherwell e non solo: la celebre galleria newyorkese ha venduto opere false per oltre 80 milioni di dollari. Scopriamo questa incredibile storia

    La Knoedler era una delle più antiche e prestigiose gallerie d’arte del mondo, con una storia iniziata addirittura nel 1846, e trattava sia opere di artisti Old Master che Contemporanei.

    Il documentario intitolato “Made you look: A true story about fake Art”, diretto dal regista canadese Barry Arvich, da ieri disponibile anche su Netflix, ripercorre le vicende della compravendita di opere false che si sono protratte dal 1994 fino al 2011, anno in cui la galleria ha dovuto chiudere i battenti.

    Nel 1994, infatti, Ann Freedman, allora direttrice della Knoedler, era stata contattata dalla misteriosa Galfira Rosales, la quale sosteneva di agire come intermediaria di un collezionista anonimo che avrebbe posseduto oltre 40 opere attribuite ad esponenti dell’Espressionismo Astratto americano.

    Le opere in questione erano totalmente sprovviste di certificato di autenticità e di documentazione, ma la tecnica e la maniera in cui erano realizzate hanno convinto non solo la Freedman, ma tutta una serie di esperti, critici e storici rinomati nel mondo dell’arte, che hanno confermato l’autenticità delle opere d’arte.

    Questo ha portato collezionisti, musei e istituzioni ad acquisire le opere false attribuite a maestri come Pollock, Rothko, Motherwell e tanti altri, per un totale di oltre 80 milioni di dollari.

    Negli anni, diverse analisi di laboratorio, specialmente quelle portate avanti dalla International Foundation for Art Research (IFAR) e dalla Dedalus Foundation, hanno evidenziato una totale discrepanza tra i materiali utilizzati nei dipinti falsificati e quelli autentici, causando tutta una serie di denunce che hanno portato la Knoedler a chiudere nel 2011.

    Galfira Rosales ha successivamente dichiarato che tutte le opere erano state realizzate da Pei-Shen Qian, un immigrato cinese che viveva nel Queens, a New York.

    Arvich nel documentario, intervista quasi tutti i personaggi coinvolti nello scandalo, ma chiede anche un’opinione ad esperti “esterni”, i quali pongono l’accento sull’importanza del Certificato di Autenticità e di tutta la documentazione relativa alla Provenance nello stabilire l’effettiva paternità dell’opera d’arte.

    Oggi infatti tutte queste informazioni si dimenticano, a volte si perdono, addirittura si omettono, rendendo complessa la procedura di autentica, attribuzione e valutazione delle opere d’arte, incidendo sul mercato dei falsi e sul valore culturale ed economico delle stesse.

    Per questo nasce Art Rights, piattaforma digitale che sta innovando, digitalizzando e automatizzando il processo di autentica delle opere d’arte tipico degli Archivi d’Artista, offrendo questa opportunità anche ad Artisti, Gallerie, Curatori, Musei e Professionisti a favore dell’autenticità e tracciamento dello storico.

    Photo Credits: Poster ufficiale del Documentario “Made you look: A true story about fake Art”

    Guarda il video di Andrea Concas sul caso Knoedler

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    Digital Strategist per l’arte

    DIGITAL STRATEGIST PER L’ARTE

    Lo “Stratega” delle campagne di marketing online

    Art Rights Magazine in collaborazione con ArtBackers.Agency dedicano la prima rubrica al Marketing Culturale, alla scoperta delle strategie digitali per i professionisti dell’arte e i suoi protagonisti.

    La rubrica per conoscere in anteprima le tecniche, le metodologie e i segreti della comunicazione: una chiave di accesso al mondo dell’Arte 3.0   


    Il digital strategist è una figura polivalente, che si occupa di progettare e pianificare una campagna di digital marketing declinandola nei vari canali.

    Il Digital Strategist solitamente lavora con un team di professionisti come Social Media Manager, Web Analyst, Graphic & Web Designer e ha una grande capacità di visione di insieme.

    Il suo ruolo è di disegnarepianificare e monitorare l’andamento di una campagna di marketing. Conosce molto bene i canali di comunicazione digital ed è in grado di stabilire budget, obiettivi specifici e KPI, sempre rispettando la mission e i valori dell’azienda per cui lavora.

    Anche il mondo dell’arte comincia a prendere familiarità con questa figura: le grandi gallerie, come David Zwirner e Gagosian, ma anche i grandi artisti, hanno già una Digital Strategy ben definita, che punta ad aumentare l’engagement con i propri utenti e collezionisti.

    Come ogni strumento o figura derivante dal marketing tradizionale, anche il Digital Strategist deve avere delle competenze specifiche per il mondo dell’arte, che possono essere riassunte in 4 punti:

    -Conoscenza del prodotto artistico/culturale: mostre, eventi culturali, come anche l’opera d’arte in sé, devono essere pensati come dei “prodotti” che hanno leve specifiche legate ai valori intangibili quali emozioni e potenza dell’esperienza. Il Digital Strategist deve quindi basare l’intera campagna su queste leve.

    -I pubblici di riferimento: che possono variare da potenziali visitatori di una mostra/evento, quindi un pubblico abbastanza generico di art lovers, a collezionisti altamente profilati e targettizzati per interesse, precedenti acquisti, localizzazione geografica etc. Anche in questo caso è importante capire il loro comportamento nei confronti del prodotto/servizio culturale.

    -I canali: la campagna di marketing deve essere declinata su canali specifici che per il mondo dell’arte può voler dire: Sito web e relative call to action all’acquisto di biglietti/prodotti/servizi; Social Media per aumentare l’engagement con la propria communityEmail/Newsletter per fidelizzare o acquisire nuovi pubblici; Piattaforme online, Viewing Rooms, Virtual Rooms per offrire un’esperienza unica. 

    KPI qualitativi: come abbiamo già spiegato in un nostro precedente articolo, gli indicatori di performance utili a misurare i risultati di una determinata campagna, devono tenere conto della qualità del prodotto culturale, quantificabili attraverso soddisfazione del pubblico, recensione su riviste specialistiche etc.

    Il Digital Strategist per l’arte, oltre ad avere delle competenze tecniche e di leadership, deve quindi conoscere a fondo anche il sistema dell’arte, con i suoi pubblici e i suoi professionisti, essendo un mondo che segue delle regole e delle leve molto specifiche.

    Photo Credits: Uffici JWT ad Amsterdam

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    I Fondi d’Arte: che cosa sono, vantaggi e svantaggi

    I Fondi d’Arte: che cosa sono, vantaggi e svantaggi

    Ormai da diversi anni il mercato dell’arte è considerato un buon investimento e un fondo d’arte è una grande opportunità per un collezionista. Scopriamo come e perché.

    Come mostra l’ultimo report redatto da Deloitte, 8 collezionisti su 10 affermano di acquistare arte per passione ma anche per investimento.

    Per questo motivo investire in Fondi d’arte (o Art Fund) rappresenta un trend in forte crescita, nonché un’ottima occasione per vendere e comprare opere in totale sicurezza.

    Cosa sono i fondi d’arte?

    I fondi d’arte sono fondi chiusi, privati o hedge, che fanno solitamente a capo ad una società di gestione del risparmio e si configurano come forme strutturate d’investimento in opere ed oggetti d’arte.

    Le tipologie di investimento in fondi d’arte in circolazione sono due:

    • lungo termine (8-10 anni), con investimenti su opere che riguardano tutto il periodo della storia dell’arte.
    • breve termine (5 anni), con investimenti relativi alla sola arte contemporanea.

    Come investire in un Art Fund?

    L’investitore deve acquistare le quote del fondo con una soglia minima d’ingresso. Durante il periodo dell’investimento i gestori del fondo creano una collezione, affidandosi alla competenza di esperti di settore, e viene avviato un progetto di valorizzazione delle opere.

    Una volta terminato questo periodo le opere vengono rivendute e il ricavato, tolte le spese di gestione e di amministrazione del fondo, viene suddiviso tra gli investitori.

    Quali sono i principali vantaggi?

    • L’investimento è meno rischioso e oneroso rispetto a quello delle singole opere d’arte. 
    • Ci sono minori costi di gestione e conservazione delle opere.
    • Le temporalità medio-lunghe richieste dall’investimento permettono al gestore di determinare il periodo migliore di vendita massimizzando i profitti.

    Quali sono le criticità?

    • L’opacità del mercato dell’arte impedisce di fare valutazioni trasparenti e certe.
    • La specificità del mercato necessita di professionisti e competenze sempre più specifiche.

    La creazione di un fondo d’arte infatti richiede metodologie, procedure e professionalità capaci di valorizzare, promuovere e infine vendere le opere d’arte.

    Prima di tutte  l’identificazione della provenienza, dello stato di conservazione e dell’autenticità delle opere.

    A supporto di tali operazioni c’è Art Rights, piattaforma per la gestione e certificazione delle informazioni sulle opere d’arte con tecnologia Blockchain e Intelligenza Artificiale, che offre la possibilità, tramite il servizio di Art Concierge, di entrare in contatto con la più grande Community di Professionisti dell’Arte.

    E tu, sei pronto a investire in un Fondo d’Arte?

    Photo Credits:  Carl Court / Getty Images

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    Professioni e Competenze per il Patrimonio Culturale

    PROFESSIONI E COMPETENZE PER IL PATRIMONIO CULTURALE

    Non solo tutela e conservazione: il Nostro Patrimonio necessita di competenze digitali, di marketing e comunicazione 

    Il mondo della Cultura ricerca nuove professionalità e competenze innovative e trasversali: è questo l’appello lanciato dalla Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali che, nel corso del 2020, ha realizzato un’indagine sul tema, quanto mai attuale, dei profili, delle competenze e della formazione richiesta per la gestione del patrimonio culturale in Italia.

    I risultati di ricerca riguardano infatti le necessità professionali che il nostro patrimonio culturale richiede in questo determinato contesto storico.

    L’indagine ha preso in considerazione 916 luoghi della cultura tra musei, siti archeologici, archivi e biblioteche di cui il 51% gestiti da enti locali, il 20% dal Ministero dei Beni Culturali e il 29% da enti pubblici e privati.

    Tutela e Conservazione del patrimonio rimangono le priorità principali dei Professionisti della Cultura, tuttavia, in sinergia con tali obiettivi, sta crescendo fortemente l’esigenza di Valorizzazione dei beni e la necessità di creare un Sistema che includa il pubblico e il privato alla compartecipazione, al finanziamento e alla promozione del patrimonio.

    Per quanto riguarda l’acquisizione di nuove competenze, l’indagine sembra premiare la Specializzazione per quanto riguarda le professioni dedicate alla Tutela e Conservazione del bene, mentre la Trasversalità per quelle relative al Marketing, Comunicazione e Pianificazione Economica. 

    Altra esigenza è il ripensamento dei sistemi educativi (in primo luogo l’Università) nel senso della multidisciplinarietà dell’offerta formativa così da integrare il background storico-artistico con strumenti e metodologie ibride atte a rispondere alle esigenze di sostenibilità, efficacia e internazionalizzazione

    L’analisi della letteratura di riferimento, a partire soprattutto dai più recenti documenti europei, ha permesso di realizzare una mappatura di 23 profili professionali, 120 ruoli/funzioni e più di 150 attività.

    Tra queste, per il rilancio del settore culturale, servono Responsabili di Servizi Educativi, esperti di Comunicazione, di Marketing, di Fundraising, senza dimenticare le figure dei Registrar.

    In Italia sono individuabili due figure strategiche su cui si ritiene vadano concentrati gli investimenti:

    • L’Online Cultural Community Manager (OCCM), responsabile della strategia di comunicazione del museo e della gestione delle relazioni con i pubblici online;
    • Il Digital Strategy Manager (DSM), responsabile della strategia digitale del museo e figura in grado di promuovere l’innovazione tecnologica per traghettare i musei verso una nuova era.

    Oltre a queste emergono ulteriori professioni che richiedono il possesso di competenze digitali come il Digital PR o il Social Media Manager, così come quelle professioni dedicate alle sfide dell’inclusione sociale e alla partecipazione, come il Mediatore culturale.

    Parallelamente, per affrontare il tema della sostenibilità economica per il patrimonio culturale sono comparsi i nuovi profili del Cultural Fundraiser, Cultural Manager, Progettista Culturale.

    E tu, sei pronto a scoprire le nuove professioni per la Cultura in Italia?

    Photo Credits:  Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali

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    La nuova generazione di collezionisti secondo Larry’s List

    LA NUOVA GENERAZIONE DI COLLEZIONISTI SECONDO LARRY’S LIST

    L’ultimo report di Larry’s List conferma quanto avevamo già preannunciato in un nostro precedente articolo sulla nuova generazione di collezionisti: i Millenial rappresentano il collezionismo del futuro, smart, social e sempre più digitale.

    New York, Londra, Seul, Pechino, Shanghai e Hong Kong si confermano i centri d’arte per i collezionisti di nuova generazione, i quali prediligono la pittura e la scultura come media preferiti da collezionare.

    Chi è il collezionista di nuova generazione?

    Gran parte dei collezionisti 3.0 sono anche professionisti dell’arte, attivi nella sua tutela, valorizzazione e promozione attraverso attività di curatela, direzione di musei o fondazioni, residenze per artisti o programmi di formazione.

    Le novità rispetto alle generazioni precedenti sono:

    • Le loro attività oggi sono più trasparenti rispetto a prima
    • Acquistano di più online attraverso piattaforme digitali 
    • Sono più impegnati a rendere l’arte accessibile grazie ad una forte presenza sui social (Instagram soprattutto) e nel mondo digitale, ma anche attraverso l’apertura di spazi o musei, in particolare in Asia.

    Nuovi artisti per nuovi collezionisti

    Il report mostra che insieme alla nuova generazione di collezionisti sta emergendo una nuova generazione di artisti le cui opere sono fortemente apprezzate e acquistate. Infatti un numero significativo di questi collezionisti usa il proprio potere sulla scena artistica per promuovere artisti emergenti locali e per spingere per una maggiore inclusione e rappresentanza all’interno del settore.

    Perché collezionano arte?

    Passione e investimento sono sicuramente le motivazioni che guidano l’aspirazione del giovane collezionista. Tuttavia, collezionare arte incide profondamente sullo status sociale e il lifestyle del giovane collezionista incrementando i suoi valori sociali e culturali.

    Chi sono i collezionisti selezionati nella Larry’s List?

    Nella sua lista il magazine prende in esame oltre 150 collezionisti internazionali di età inferiore ai 40 anni  esplorando le loro personalità e interessi. Mentre alcuni di questi giovani collezionisti continuano una tradizione di collezionismo generazionale, molti hanno intrapreso la pratica senza alcun precedente in famiglia.

    Tra i nomi più nomi troviamo Karen Levy (DSL Collection), Rasika Kajaria (Tribal Foundation), Sarah Arison (Arison Arts Foundation), Jongsuwat Aungsuvarnsiri (S.A.C. Subhashok The Arts Centre), Lu Xun (Sifang Art Museum), Nadia Samdani (Samdani Art Foundation), David Chau (Ce Foundation).

    Nel report emerge anche una gran quantità di italiani come Matteo Novarese (Sof:Art), Edoardo Monti (Palazzo Monti), Bruno Bolfo (ICA Milano), Eugenio Re Rebaudengo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Sveva D’Antonio e Francesco Taurisano (Collezione Taurisano) e Lorenzo Perini Natali.

    E tu, vuoi essere un collezionista?

    Photo Credits:  Melissa Neumann Home by Scott Frances

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    Radio 105 racconta la startup dell’arte Art Rights

    RADIO 105 RACCONTA LA STARTUP DELL’ARTE

    Riascolta la storia di Art Rights, la piattaforma per la certificazione delle opere d’arte raccontata da Andrea Concas a “105 Start-up”

    “Dietro ogni opera d’arte c’è una storia, un’artista che l’ha creata, una galleria che l’ha venduta, un collezionista che l’ha acquistata. E Art Rights permette di tracciarla e ricostruirla”.

    Così Andrea Concas, founder e CEO di Art Rights, introduce la piattaforma che sta digitalizzando il mondo dell’arte a “105 Start Up”, la rubrica condotta da Alessandro Sansone e Annie Mazzola dedicata alle piccole-medie imprese italiane su Radio 105.

    “Oggi purtroppo – spiega Andrea Concas – gli studi dimostrano che metà delle opere che vengono immesse sul mercato – quindi vendute – sono false o di errata attribuzione; tutto ciò avviene perché questo è un mercato chiuso, poco trasparente e regolamentato”.

    Per questa ragione nasce Art Rights, la prima piattaforma di supporto alla gestione e certificazione delle opere d’arte a tutela di artisti, collezionisti e operatori del settore.

    In cosa consiste Art Rights?

    Attraverso la creazione di un Archivio Digitale e della più grande Community di Professionisti del settore Art Rights aiuta a innovare, digitalizzare e automatizzare il processo di autenticazione delle opere d’arte, applicando la tecnologia Blockchain alla questione del Diritto d’Autore, della Provenance e Due Diligence 

    In che modo?

    Con l’Attestato Art Rights, vero e proprio “passaporto dell’opera d’arte”, documento che certifica la vita dell’opera, come i passaggi di proprietà, le condizioni fisiche, le pubblicazioni o ancora le esposizioni creando una catena di valore che permette di verificare le informazioni e il corredo documentale, con un sistema unico di convalida, da parte di più professionisti a favore dell’autenticità e della provenienza dell’opera.

    Art Rights mette a disposizione in un’unica piattaforma tutto quello che serve per proteggere la propria arte e sviluppare la propria professione artistica

    Con Art Rights è possibile:

    • Gestire la propria collezione in completa privacy e sicurezza.
    • Creare un vero e proprio “Passaporto dell’Opera” che certifica e valorizza le opere d’arte.
    • Entrare in contatto con i migliori professionisti dell’Arte a supporto della gestione e valorizzazione delle raccolte d’arte.

    Se ti sei perso la puntata riascoltala qui

    E tu, hai già provato la piattaforma Art Rights?

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    Perché creare un proprio Archivio d’Artista

    PERCHE’ CREARE UN PROPRIO ARCHIVIO D’ARTSTA

    Avere un archivio completo e aggiornato è fondamentale per lo sviluppo della carriera di un Artista. Scopriamo insieme perché!

    Tutti gli artisti, siano essi emergenti, amatoriali o professionisti, hanno l’esigenza di raccogliere, conservare e sistematizzare il proprio patrimonio artistico, fatto di opere, informazioni e documenti.

    Per questo creare un proprio archivio d’artista risulta fondamentale per la conservazione e ricostruzione del proprio percorso artistico.

    L’Archivio consiste in un database di opere, in cui sono presenti immagini, descrizioni tecniche, informazioni e documenti inerenti la vita dell’artista e delle sue opere.

    Perché un artista dovrebbe costruire un archivio delle proprie opere?

    L’Archivio risulta fondamentale per un artista per:

    la tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico ed economico dell’artista

    – la costruzione di un catalogo generale

    – proteggere le opere dal rischio di falsi e contraffazioni

    – l’emissione dell‘autentica come garanzia della provenienza e dell’originalità dei lavori in circolazione a supporto di galleristi e collezionisti.

    Come si crea un Archivio d’Artista?

    Realizzare un Archivio richiede tempo e attenzione per la raccolta e l’inserimento nel database di fonti, informazioni e documenti sull’artista.

    Grazie alle nuove tecnologie per un artista oggi è possibile creare un Archivio digitale in autonomia, in modo semplice e in totale privacy.

    Art Rights offre la possibilità ai suoi utenti di creare un archivio digitale completo, professionale e in continuo aggiornamento, dove e quando vuoi, attraverso il suo servizio di ART MANAGER.

    L’Art Manager è un sistema gestionale basato sulla tecnologia Blockchain che permette agli artisti di:

    • gestire la propria produzione artistica
    • inserire un numero illimitato di opere d’arte
    • aggiornare le informazioni in qualsiasi momento
    • creare Certificati di Autenticità in totale sicurezza e privacy

    Quali sono i vantaggi?

    Avere tutte le informazioni sulle opere d’arte in un unico ambiente digitale privato e sicuro, dove catalogarle e archiviarle insieme alla documentazione completa, dall’Autentica, ai Condition Report, insieme ai Contratti di Prestito o Deposito fino alle Pubblicazioni Stampa, Online e Cataloghi.

    Photo Credits: Frans Francken (II), Kunst- und Raritätenkammer

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    Clubhouse per gli artisti: come raccontare la tua arte

    Clubhouse per Artisti Art Rights Magazine
    Clubhouse per Artisti Art Rights Magazine

    CLUBHOUSE: COME RACCONTARE LA TUA ARTE

    I consigli per comunicare lo Statement su ClubHouse

    Clubhouse, gli artisti prendono la parola per raccontare la loro arte.

    Spesso gli artisti ritengono che basti osservare le loro opere per far comprendere fino in fondo il loro valore ad un gallerista, ad un collezionista o al pubblico di appassionati.

    Se da sempre Instagram è stato considerato il social network ideale per promuovere l’arte grazie alla condivisione di contenuti visivi mirati e creativi, oggi Clubhouse è il social del momento che sta dando voce al mondo dell’arte.

    Come ha scritto Andrea Concas, founder di Art Rights e il primo del mondo dell’arte italiano ad aver organizzato stanze dedicate all’Arte – come Art Lunch su Clubhouse, questo nuovo social sta diventando strumento fondamentale per il confronto, la discussione e la promozione dell’arte da parte dei suoi protagonisti.

    Tra questi gli Artisti che hanno la possibilità di raccontare la propria arte con la sola voce ad un grande pubblico di appassionati e professionisti. 

    Come fa un artista a promuovere la propria arte su Clubhouse? 

    Una Biografia chiara, concisa e puntuale è il primo biglietto da visita, ma deve essere poi la partecipazione attiva alle stanze tematiche a fare la differenza, perché potrebbe essere l’occasione giusta per comunicare la propria ricerca artistica o per raccontare il proprio Statement

    Ma che cos’è uno statement e come crearne uno efficace per Clubhouse? Scopriamolo insieme!

    Lo Statement è uno strumento indispensabile per comunicare e valorizzare al meglio la propria arte. 

    Su Clubhouse la Voce diventa l’unica modalità di comunicazione da utilizzare, per questo creare il proprio Statement vocale diventa fondamentale.

    Ecco alcuni consigli per creare e comunicare il tuo Statement su ClubHouse:

    1. ATTUALE E SPECIFICO

    Racconta la tua ricerca attuale e le tematiche che stai indagando, come e perché stai conducendo questo percorso artistico ed espressivo. Metti in risalto gli aspetti più originali e curiosi che rendono il tuo lavoro coinvolgente e attrattivo.

    1. INFORMATIVO

    Comunica le informazioni base sulla tua arte, i tuoi studi e sui processi hanno portato al suo sviluppo. Chi ti ascolta, potrà nel frattempo visitare il tuo profilo Instagram o visitare il tuo sito web per vedere le immagini delle tue opere proprio mentre parli tu 

    1. CHIARO E BREVE

    Sii breve e personale, utilizza termini semplici e di facile comprensione affinché chiunque possa comprendere il messaggio e il significato della tua arte, non solo gli addetti ai lavori.

    1. NON ESSERE AUTOCELEBRATIVO E OFF-TOPIC

    Stai parlando di te e della tua pratica, ma non peccare di presunzione. Non c’è bisogno di autopromuoversi sempre e ovunque, scegli la stanza con la tematica adatta e il momento giusto per farlo

    E tu, sei pronto a raccontare la tua Arte su Clubhouse?

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    Piacere Maisano alla scoperta dell’arte

    PIACERE MAISANO ALLA SCOPERTA DELL’ARTE

    Il giornalista Marco Maisano dedica una puntata del suo programma Piacere Maisano in onda su TV8 alla scoperta del mondo dell’arte e dei suoi segreti, insieme a lui ospiti d’eccezione come Andrea Concas, founder di Art Rights, ed Isabella Villafranca Soissons di Open Care.

    La Bellezza dell’arte in Italia rimane viva e tutta da scoprire, anche in assenza del turismo culturale.

    Un patrimonio storico artistico immenso e dal valore inestimabile: non a caso l’Italia è il Paese con il maggior numero di siti Patrimonio Unesco, ben 55 tra monumenti, siti archeologici, ville e dimore storiche, città e isole.

    Ma cosa si cela dietro il mondo dell’arte? Quali dinamiche, strutture e professionalità costituiscono un sistema tanto affascinante quanto complesso?

    Il sistema dell’arte genera un mercato di miliardi di dollari e coinvolge numerosi professionisti dalle molteplici competenze a partire dagli artisti, seguono galleristi, case d’asta, restauratori, assicuratori, curatori, collezionisti ma anche avvocati, critici ed esperti del mercato.

    Per scoprire il mondo dell’arte e i suoi segreti, il giornalista Marco Maisano con il suo smartphone racconta nella puntata del 10 febbraio in onda su TV8 l’arte e i suoi protagonisti in compagnia di volti noti del settore.

    Tra questi Andrea Concas, founder di Art Rights, che in una cornice d’eccezione come quella del Museo del Novecento di Milano ripercorre con Maisano le tappe che scandiscono la vita di un’opera d’arte, dalla sua nascita grazie alla creatività degli Artisti, il passaggio all’interno di grandi collezioni d’arte, il prestito per un’esposizione al museo, la vendita da parte delle gallerie e delle grandi case d’asta, senza dimenticare il mondo dei servizi per l’arte. 

    Insieme ad Andrea Concas, altri ospiti della trasmissione sono stati artisti, critici e collezionisti d’arte, con uno speciale focus dedicato alla Conservazione e al Restauro delle opere d’arte dove protagonista è il lavoro d’eccellenza svolto da Open Care – Servizi per l’Arte struttura milanese all’interno della quale opera un team di esperti guidati da Isabella Villafranca Soissons, Direttrice del Dipartimento di Restauro e Conservazione.  

    Questa puntata di Piacere Maisano nasce in risposta all’appello del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il quale ha invitato a trovare nuovi e creativi format per condividere più cultura in tv e portarla direttamente nelle case degli italiani.

    Marco Maisano, infatti, insieme ad Andrea Concas e gli altri ospiti, è riuscito a rendere accessibile l’arte ad un pubblico più eterogeneo grazie ad un linguaggio chiaro ed espressivo unito ai video girati con lo smartphone, come fossero Instagram Stories. 

    E tu, hai visto la puntata di “Piacere Maisano” dedicata all’arte?

    Per rivedere la puntata clicca qui

    Photo Credits: Museo del Novecento, Milano

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    Tutela, Valorizzazione e Promozione dell’arte

    TUTELA, VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DELL’ARTE

    I tre aspetti della gestione del bene che bisogna conoscere per fare Marketing Culturale

    Art Rights Magazine in collaborazione con ArtBackers.Agency dedica la prima rubrica al Marketing Culturale, alla scoperta delle strategie digitali per i professionisti dell’arte e i suoi protagonisti.

    La rubrica per conoscere in anteprima le tecniche, le metodologie e i segreti della comunicazione: una chiave di accesso al mondo dell’Arte 3.0.

    Tutela, valorizzazione e promozione sono i concetti guida che chi opera nel settore del marketing culturale deve conoscere per gestire e comunicare l’arte. 

    Vediamo cosa significano.

    Per tutela si intende ogni azione, a seguito di adeguata attività conoscitiva, atta a riconoscere, proteggere e conservare i beni del nostro patrimonio culturale, così da poterne assicurare la pubblica fruizione.

    Per un museo tutelare un bene significa salvaguardare la sua integrità per preservare la memoria della comunità e del suo territorio.

    Per una fiera d’arte contemporanea tutelare un’opera significa proteggerla dal rischio di eventuali danni, in vista non solo della sua pubblica fruizione, ma anche di un atto di vendita.

    La tutela, è poi strettamente connessa al concetto di valorizzazione, mediante il quale si vuole rendere il bene fruibile e accessibile ad un pubblico più o meno vasto ed eterogeneo, per ampliare la sua conoscenza. 

    Nel mondo dell’arte ciò è possibile non solo attraverso una mostra al museo o in galleria, ma anche attraverso il libero accesso ad una collezione privata o allo studio di un artista.

    Alla tutela e valorizzazione si aggiunge la promozione dell’arte, senza la quale il pubblico difficilmente entrerebbe in contatto con il bene.

    Tutela, valorizzazione e promozione sono aspetti con finalità diverse, ma strettamente interconnessi, da tenere in considerazione quando si sceglie di attuare una strategia marketing culturale.

    Prendiamo un museo, in che modo un’istituzione può promuovere la propria collezione nel rispetto della tutela del bene? 

    Come prima cosa iniziando a strutturarsi con una maggiore presenza e offerta digitale per la valorizzazione e gestione del patrimonio. Recuperare il gap tecnologico, avvalendosi di una strategia digitale e dell’innovazione è il primo passo da compiere in vista di un’ accessibilità maggiore, nel rispetto dell’integrità e della salvaguardia del bene.

    Anche per gli artisti è possibile valorizzare le proprie opere attraverso una strategia digitale? Certo, ma come?

    Tenendo in considerazione i valori intrinseci dell’Arte, le istanze e gli obiettivi del singolo artista, a livello commerciale e culturale.

    Per questo motivo diventa fondamentale la scelta dei canali di comunicazione, lo storytelling e le immagini che devono rispecchiare e rispettare i valori del settore e del target di riferimento.

    E per quanto riguarda una galleria o un’azienda che opera nel settore artistico?

    Per queste realtà, che seguono più strettamente le dinamiche commerciali, avere una strategia di marketing culturale efficace risulta altrettanto fondamentale.

    Dato che lo scopo di queste realtà è in primo luogo legato alla vendita di un “prodotto o servizio culturale”, si pone necessariamente l’esigenza di una “mediazione culturale” tra la domanda e l’offerta, che tenga conto delle tante ricadute che la promozione del patrimonio ha sull’economia del territorio e a livello sociale. 

    Capiamo bene quindi che tutela, valorizzazione e promozione costituiscono una inseparabile triade, fondamentale per costruire una strategia di marketing culturale con specifiche metodologie, che solo grazie alle competenze dei professionisti del settore è possibile attuare.

    L’Art Concierge di Art Rights è la più grande Community di Professionisti dell’Arte in grado di aiutarti a gestire, valorizzare e promuovere la tua arte!

    Inizia subito a certificare, gestire e valorizzare la tua arte con Art Rights!

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