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    A Rotterdam apre il Museum Depot, il più grande museo-deposito al mondo

    A Rotterdam apre il Museum Depot, il più grande museo-deposito al mondo 

    Nei sei piani dell’edificio saranno esposte le opere dei depositi del Museo Boijmans Van Beuningen 

    Il 6 novembre a Rotterdam, in Olanda, sarà inaugurato lo spettacolare Museum Depot, il primo deposito museale al mondo ad offrire al pubblico l’accesso all’intera collezione d’arte del Museo Boijmans van Beuningen. Il 29 luglio, a cento giorni esatti dall’apertura, i primi biglietti saranno resi disponibili per l’acquisto online.

    Situato presso il Museumpark, una vasta area verde dove si trovano i cinque principali musei della città, l’edificio nel quale sarà ospitato è un capolavoro dell’architettura moderna: progettato dallo studio olandese MVRDV, assomiglia ad una prua di una nave e si staglia nel profilo cittadino con la sua facciata completamente ricoperta di specchi. 

    Un museo del tutto anticonvenzionale: il Depot è, a tutti gli effetti, un deposito di opere dove i visitatori potranno assistere in prima persona a tutte le attività del dietro le quinte di un museo e diventare così testimoni di tutta quella fondamentale parte di attività a cui, generalmente, hanno accesso solo gli addetti ai lavori. 

    Il progetto, inoltre, è un esempio di sostenibilità: grazie a tecnologie e materiali innovativi e sostenibili, agli alberi adatti all’alta quota piantati nel giardino pensile sul tetto, all’efficienza energetica che sfrutta l’accumulo di calore e freddo e alla capacità di raccogliere le cosiddette acque grigie, la struttura, neutra dal punto di vista delle emissioni CO2,  si colloca nella fascia di eccellenza secondo gli standard della valutazione BREAAM per classificare e certificare la sostenibilità degli edifici. 

    Oltre alla parte museale, il Depot avrà anche una parte commerciale: un’area del Museo, infatti, potrà essere affittata da collezionisti privati, Corporate Art Collections, altri musei. Ci saranno inoltre un ristorante, ospitato nel giardino pensile, un negozio Depot, un cinema, un angolo caffè  e saranno organizzati eventi e visite guidate.

    Il Deposito diventerà un’icona mondiale per le arti a Rotterdam” – dichiara Sjarel Ex, direttore del Museo Boijmans Van Beuningen – “Metterà in evidenza il ruolo del museo come luogo ‘che fa’, oltre ad essere un luogo ‘che ha’. I visitatori potranno acquisire nuove conoscenze sulla nostra cultura e il nostro patrimonio comune (e su come questo viene curato e mantenuto) attraverso un’esperienza artistica non mediata: per la prima volta – qui a Rotterdam – tutta la nostra collezione sarà visibile a tutti.” 

    Del resto il Museo Boijmans Van Beuningen è uno dei più noti e ricchi di tutti i Paesi Bassi: qui sono conservati capolavori dei più grandi maestri dell’arte occidentale, dall’Alto Medioevo passando per Manet, Monet e Magritte fino ad autori contemporanei come David Hockney, Andy Warhol e Claes Oldenburg, oltre che vaste ed importanti collezioni di design e arti decorative. 

    Photo credits: Depot Boijmans Van Beuningen. Photo Ossip van Duivenbode

    Le mostre di NFT da visitare dal vivo nel 2021

    Le news dal mondo digital e NFT – 15 GIUGNO 2021

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    Le mostre di NFT da visitare dal vivo nel 2021

    Quali sono i musei, le gallerie e le mostre NFT da visitare di persona quest’anno? Ecco una serie di spazi espositivi che stanno oltrepassando sempre di più il confine tra reale e digitale e portando i loro visitatori all’interno del Metaverso

    Quali sono i musei, le gallerie e le mostre NFT da visitare di persona quest’anno? Ecco una serie di spazi espositivi che stanno oltrepassando sempre di più il confine tra reale e digitale e portando i loro visitatori all’interno del Metaverso! 

    In Russia, per esempio, il celeberrimo Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo sta cercando di aprire una galleria per mostrare ed esplorare l’arte NFT, oltre ad ospitare seminari guidati da accademici, dallo staff e dai curatori del museo.

    Ad Amsterdam, presso il Museum of Modern African Art è attualmente in corso la mostra “The Portraitist”, mostra NFT dedicata a re e regine africani per rappresentare con orgoglio l’arte, le origini e le comunità di questo continente. 

    A Chicago, dopo aver sviluppato la propria galleria online di NFT, i creatori del metaverso imnotArt hanno deciso di espandersi per le strade della città con la creazione di una galleria vera e propria. La spazio ha aperto il 3 giugno e ha l’obiettivo di stabilire un nuovo modo di combinare la realtà fisica e il Metaverso insieme, creando un ambiente che è diverso da qualsiasi altra cosa nella sua natura.

    ARTECHOUSE collabora con Nifty Gateway e lancia una sua collezione

    VISIONS OF THE BLACK EXPERIENCE: GODDESS NANDI Credit: ARTECHOUSE & Vince Fraser

    Le news dal mondo digital e NFT – 15 GIUGNO 2021

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    ARTECHOUSE, società per la creazione di mostre e spazi d’arte esperienziali ultra tecnologici, ha avviato una collaborazione con la piattaforma Nifty Gateway, per lanciare la sua prima collezione di Crypto Arte. 

    La collaborazione prenderà il via con la release della prima collezione di quattro opere originali esposte alla mostra “Aṣẹ: Afro Frequencies”, prodotta da ARTECHOUSE insieme all’artista inglese Vince Fraser e attualmente esposte ad ARTECHOUSE Miami. Per la prima volta in assoluto, il pubblico di ARTECHOUSE avrà l’opportunità di portarsi a casa un’opera digitale diventando così collezionista di NFT.

    “Crediamo che con l’aiuto degli NFT, possiamo essere pionieri di nuovi modi per milioni di nostri visitatori di diventare collezionisti di digital e Crypto Art. Come leader nell’innovazione creativa, la missione di ARTECHOUSE è quella di permettere all’arte esperienziale e digitale di diventare più accessibile. Siamo sempre stati entusiasti di esplorare gli ultimi strumenti tecnologici nelle nostre sedi e oltre, e la nostra partnership con Nifty Gateway è un passo innovativo in questa direzione. Siamo entusiasti di aprire le porte al futuro e creare un’opportunità per trasformare esperienze artistiche memorabili in oggetti da collezione, sostenendo al contempo gli artisti”, commenta Sandro Kereselidze, fondatore e direttore creativo di ARTECHOUSE.

    Hackatao per Christie’s: la collaborazione inedita che parla di Leonardo e Crypto Art

    Le news dal mondo digital e NFT – 15 GIUGNO 2021

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    @christiesinc

    Hackatao per Christie’s: la collaborazione inedita che parla di Leonardo e Crypto Art

    Hackatao, duo di crypto artist attivi nel mondo della Crypto Art già dal 2018, presenterà un’opera NFT che accompagnerà la vendita eccezionale della “Testa di orso” di Leonardo da Vinci, in asta da Christie’s Londra l’8 luglio

    L’opera è stata appositamente commissionata per l’occasione e si basa sul concetto di continuum: il lavoro è composto da una sequenza di elementi impercettibilmente diversi tra loro, con solo gli estremi e i contorni ben definiti. Un modello senza fine, una curva o una figura geometrica in cui la testa dell’orso si anima, il suo pelo si muove e la sua bocca si spalanca fino a far entrare lo spettatore nelle sue fauci. 

    Questo lavoro – presentato da Christie’s il 3 luglio nel giorno d’inizio della Classic Week – sarà visibile tramite l’app Aria AR e successivamente sarà donato al Museum of Crypto Art

    Noah Davis, specialist del dipartimento di Post War e Contemporary Art di Christie’s New York commenta: “Si può solo supporre che se Leonardo, il consumato tecnologo del suo tempo, vivesse e lavorasse ora, sarebbe assolutamente affascinato dall’ascesa degli NFT e probabilmente ne creerebbe anche uno suo. Questa collaborazione segna un momento importante per gli artisti cripto-nativi come gli Hackatao, quando la loro arte sta esplodendo ai più alti livelli del mercato internazionale dell’arte. Segna anche un momento incredibile per il Museum of Crypto Art, poiché questa sarà la prima volta che il lavoro di Leonardo viene esposto nel metaverso. Mentre i vecchi confini tra esperienza vissuta e virtuale svaniscono, Christie’s continuerà a cercare nuovi modi per non fermare l’affascinante sovrapposizione tra i due”.

    Leonardo da Vinci e l’inganno dell’Uomo Vitruviano. Intervista a Roberto Concas

    Leonardo da Vinci e l’inganno dell’Uomo Vitruviano. Intervista a Roberto Concas

    Una scienza segretissima, un inganno svelato dopo oltre 500 anni e la scoperta di un algoritmo, una Blockchain del passato, che promette di cambiare la visione che abbiamo delle opere d’arte: questi gli ingredienti del primo volume di una ricerca lunga 30 anni a cura di Roberto Concas, Storico dell’Arte, Museologo e Progettista di Sistemi Museali.

    In questa intervista Roberto Concas racconta come la ricerca ha avuto inizio e come, pur non volendolo, sia arrivato a svelare l’inganno del Maestro dei Maestri, Leonardo da Vinci, nascosto per oltre 500 anni nel suo celebre disegno dell’Uomo Vitruviano.

    Partire dall’osservazione e dall’esperienza, come diceva da Vinci era tutto per comprendere davvero i segni nascosti, così Concas non si è fermato all’accettazione del comune pensiero, ma è andato oltre dove nessuno era mai arrivato…. 

    1)Da quali presupposti è iniziata la Sua ricerca e quale ruolo ha avuto la Semiotica per l’arte?

    Il presupposto è nato presto, sin dal primo anno dell’Università, quando ai miei docenti chiedevo la ragione della forma dei retabli pittorici. E non avendo avuto risposte soddisfacenti ho fatto da me. Ci ho messo più di trent’anni, però ci sono riuscito!

    La Semiotica dell’arte è stata la chiave per approcciare al tema senza i cosiddetti “disturbi” della semantica, cioè quelle condizioni per le quali si configura l’accettazione del patto di “veridizione” come scrive Umberto Eco.

    In pratica accettiamo una condizione per quanto ci viene affermato dal comune pensare, senza che venga verificata nuovamente.

    Se invece partiamo dall’osservazione, e dalla esperienza, come dice Leonardo, i segni possono raccontarci moltissimo!

    Si potrebbe dire che i segni non mentono, soprattutto, come nel caso dell’arte, quando sono una vera scrittura, leggibile, scrivibile, iterabile nel tempo e senza il ricevente.

    2)Esiste quindi un linguaggio segreto nelle opere d’arte?

    Si esiste, ma dobbiamo intenderci sul segreto. Direi che si tratta di un cosiddetto “linguaggio settoriale” riservato a pochi, talvolta tramandato con veri e propri riti iniziatici chiusi all’interno di congregazioni.

    Il lungo lavoro iniziato con i retabli, trova una svolta imprevista e incredibile nel disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo che ci permette di accedere alle antichissime regole della Divina Proporzione.

    Il frate matematico Luca Pacioli, amico e docente di Leonardo, della Divina Proporzione scrive che è una scienza segretissima ed un’unica cosa con la Santissima Trinità.

    Questa indicazione di Pacioli è rimasta come tale e senza soluzione per oltre 500 anni, e oggi possiamo finalmente decifrarla e interpretarla nella sua vera ragione.

    La Divina Proporzione è un sistema di scrittura voluto, presumibilmente, dai padri della Chiesa, per distinguere l’arte cristiana, votata nel dogma della Santissima Trinità dopo il primo Concilio di Nicea del 325.

    In pratica una scrittura virtuale, artificiale come scrive Tommaso D’Aquino, intesa come una filigrana nascosta e osservabile solo dagli occhi esperti degli iniziati. 

    Oggi il suo algoritmo si è svelato grazie anche al disegno di Leonardo. 

    3)Sul mercato dell’arte: i dati parlano del fatto che oltre il 50% di opere d’arte immesse sul mercato sono false o di errata attribuzione. Attraverso l’algoritmo, una sorta di Blockchain del passato, è quindi possibile riconoscere i falsi?

    Esatto, l’algoritmo della Divina Proporzione è proprio come una Blockchain, verificabile e certificabile a distanza dei luoghi e del tempo. Una traccia non modificabile e compresa nelle opere di età cristiana trinitaria in un epoca compresa tra il IV e il XVIII secolo.

    Un messaggio decifrabile da pochi, dobbiamo infatti pensare a figure di “controllori” inviati dalla Chiesa cristiana, diventata religione di Stato già nel 311 in Armenia e poi con l’Editto di Costantino in regioni sempre più vaste del Mediterraneo.

    La ragione “di Stato” di questi controlli, molto serrati e severi, era la lotta all’iconoclastia, una lotta senza frontiere, e l’algoritmo segreto era la garanzia assoluta che le opere d’arte fossero state realizzate su mandato della Chiesa.

    4)Oltre 500 anni dopo la morte di Leonardo da Vinci, con la sua ricerca è stato svelato l’inganno del grande Maestro. Quali altre sorprese ci aspettano dai prossimi volumi previsti in pubblicazione?

    Ho diviso la ricerca in due parti, la prima è stata appena  pubblicata da Giunti editore per cura della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna del MiC, con il titolo “L’inganno dell’uomo vitruviano – L’algoritmo della Divina Proporzione”

    La seconda parte, molto delicata per i risultati che sono emersi, spero veda luce presto. L’argomento, imprevedibilmente, ha preso una svolta, coerente con quanto trovato nella prima parte, ma direi più insidioso, persino spinoso, tale da essere trattato con molta attenzione e con dati certificabili e oggettivamente riscontrabili, da tutti.

    L’approccio dovrà essere consequenziale con la prima parte della ricerca, ma sarà necessaria una maggiore “serenità” perché toccherà temi, sempre collegati con il dogma della Santissima Trinità, ma con risvolti iconografici inaspettati, profondi che potrebbero persino  turbare.

    Ma non posso dire di più, invitando tutti a leggere attentamente il primo volume, dove c’è davvero tanto e un percorso ricco di sviluppi.

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    Il marketplace Polkally: le novità tra sport e agricoltura

    Le news dal mondo digital e NFT – 14 GIUGNO 2021

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    Il marketplace Polkally: le novità tra sport e agricoltura 

    Polkally è un nuovo marketplace peer-to-peer di opere NFT in fase di lancio, pronto a rivoluzionare il mercato, apportando vantaggi agli artisti e inserendo sport e agricoltura nel mondo Crypto.

    Attualmente Polkally sta collaborando con Rage.Fan, piattaforma a tema fanta-sportivo e con UniFarm, luogo digitale di aggregazione agricola cross-project più conveniente sul mercato.

     Chloé Bigot, CEO di Polkally, ha dichiarato che gli NFT sarebbero “l’evoluzione naturale dell’arte“, aggiungendo che “Polkally è in prima linea in questa grande rivoluzione, fornendo l’interoperabilità e l’esperienza senza soluzione di continuità che mancano all’ecosistema“.

    Opere della serie TV Friends vendute come NFT

    Le news dal mondo digital e NFT – 14 GIUGNO 2021

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    @burtonmorrisart

    Opere della serie TV Friends vendute come NFT

    E’ passata solo qualche settimana dalla incredibile reunion degli attori protagonisti di Friends, celebre serie tv americana guardata in tutto il mondo che ha fatto innamorare milioni di spettatori di Ross, Rachel, Phoebe, Joey, Monica e Chandler.

    I protagonisti sono tornati sul set e tra gli oggetti di scena non mancavano delle opere d’arte, i post realizzati dall’artista Burton Morris che ora ha deciso di crearle in NFT.

    Dodici delle opere d’arte grafica pop dell’artista Morris, realizzate durante le riprese della famosa serie tv Friends, sono state messe in vendita come NFT.

    I lavori di Crypto Art, acquistabili sul sito dell’artista, includono il dipinto della Statua della Libertà, il poster di King Kong che scala l’Empire State Building e un poster dello Zio Sam.

    Il futuro di queste opere iconiche è ora nelle mani dei fan che hanno reso Friends una delle serie più amate nella storia della televisione“, ha dichiarato Morris.

    L’iconico meme Doge NFT venduto per $4 milioni

    Le news dal mondo digital e NFT – 14 GIUGNO 2021

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    Fotografia del famoso cane Kabosu di Sato

    L’iconico meme Doge NFT venduto per $4 milioni

    Doge, uno dei più famosi meme al mondo, è stato venduto come NFT per una cifra record di ben 4 milioni di dollari. Il meme ha preso vita da una fotografia di un simpatico Shiba Inu di nome Kabosu, pubblicata nel 2010 dal suo padrone Sato per aggiornare il blog personale e diventata in poco tempo una vera e propria icona.

    Faccio molte foto ogni giorno, quindi quel giorno non è stato niente di straordinario. Kabosu adora farsi fotografare, quindi è stata felicissima di avere la fotocamera puntata verso di lei” ha affermato Sato.

    L’asta si è conclusa venerdì e una parte dei proventi della vendita verrà devoluta in beneficenza a favore della Società della Croce Rossa giapponese e del World Food Programme.

    Oltre ad essere un meme però, Doge è diventato anche una valuta che seppure nata per scherzo, come parodia del Bitcoin nel 2013: il Dogecoin ha riscontrato il favore della comunità crypto che ha scelto poi effettivamente di utilizzarlo, portando poi alla rapida capitalizzazione.

    La moda diventa digital con gli NFT

    La moda diventa digital con gli NFT

    Anche il settore moda è interessato a ciò che il virtuale è in grado di offrire, a partire dalle numerose soluzioni per promuovere le proprie creazioni.

    Dopo aver convinto il mondo dell’arte, l’universo Crypto è riuscito a conquistare l’attenzione del mondo della moda.

    Da alcuni mesi infatti gli NFT stanno prendendo sempre più piede tra le grandi maison, con la creazione di prodotti ed eventi ideati per l’esclusiva fruizione digitale.

    STUDIO RTFKT + FEWOCIOUS

    E’ il caso della collaborazione tra lo studio di design Rtfkt e il designer digitale Fewocious, che hanno recentemente venduto ben 613 paia di scarpe – fisiche e NFT – sul marketplace Nifty Gateway per un totale di 3,1 milioni di dollari.

    Il successo era previsto: la community degli amanti delle sneakers segue con costanza ogni singola novità che questo segmento offre e inoltre è incline al collezionismo, dato ampiamente dimostrato dalle elevate cifre di vendita delle scarpe anche nel mercato second hand.

    IMMAGINE OPERA COURTESY: GUCCI, Aria, 2021. ©GUCCI

    GUCCI + CHRISTIE’S

    Altra vendita rilevante è l’asta di Christie’s, che per la prima volta è riuscita a battere un’opera NFT del famoso marchio Gucci a ben 25 mila dollari. Si tratta di un lavoro Crypto ispirato al fashion film Gucci Aria, co-diretto da Alessandro Michele e dalla fotografa e regista di fama mondiale Floria Sigismondi.

    L’asta “Proof of Sovereignty”, conclusa il 3 giugno, è stata curata da Lady PheOnix e ha visto, oltre al primo Gucci NFT, ben 19 opere di digital artists tra cui Nam June Paik, Marguerite deCourcelle, Kesh e Tamiko Thiel.

    VALENTINO + MATTHEW STONE

    Anche la maison Valentino non è rimasta a guardare. Recentemente il brand ha organizzato la prima mostra NFT dell’artista Matthew Stone, conosciuto per i suoi elaborati dipinti digitali su lino. Le opere, esposte alla Valentino Episode SoHo di New York a partire dal 2 giugno, sono presenti anche su Insights, piattaforma sul sito web della maison interamente dedicata alla propria community.

    La Business of Fashion conferma che diverse case di moda hanno fatto il loro debutto nel mondo virtuale o hanno intenzione di farlo in tempi brevi, ma è importante ricordarsi che non tutti i brand sono naturalmente portati a sperimentare con il digital, soprattutto nel caso di quelli considerati “tradizionali”, i cui clienti sono ancora fortemente legati al mondo fisico.

    Se i fashion brand voglio abbracciare gli NFT dovranno iniziare a soddisfare i bisogni di una clientela demografica nuova, con un set differente di preferenze. A causa di queste barriere, le aziende del fashion dovranno collaborare con player con esperienza nel settore”, aggiunge la Business of Fashion.

    E tu, sei pronto a collezionare NFT del mondo della moda?

    Photo Credits: “Unexpected Growth” NFT by TAMIKO THIEL featured in the auction PROOF OF SOVEREIGNTY: A Curated NFT Sale by Lady PheOnix

    La vincitrice di Art Rights Prize in mostra al MoCDA su Decentraland

    Le news dal mondo digital e NFT – 11 GIUGNO 2021

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    La vincitrice di Art Rights Prize in mostra al MoCDA su Decentraland

    Marjan Moghaddam, artista vincitrice del Premio Partner assegnato da MoCDA – Museum of Contemporary Digital Art in occasione di Art Rights Prize, il primo premio digitale per artisti promosso da Art Rights, è ora in mostra su Decentraland.

    La mostra personale “Digital Embodiments And Interventions: The Sculptural Wold of Marjan Moghaddam” è stata inaugurata l’8 giugno a cura di Filippo Lorenzin del team curatoriale del museo per l’arte digitale contemporanea.

    La personale presenta una serie di lavori dell’artista che lavora nel campo dell’arte digitale dagli anni ’80, esplorando le potenzialità creative della Computer Grafica 3D, del motion capture, della Realtà Aumentata e della Realtà Virtuale, solo per citarne alcune, con opere che prevedono cambiamenti di stile e un approccio filosofico al digitale.

    Decentraland, una piattaforma basata sulla blockchain di Ethereum che nasce con l’obiettivo di creare un mondo virtuale in cui gli utenti possono avere completo controllo sui contenuti che creano e condividono, dando loro tutti gli strumenti per monetizzare autonomamente il lavoro svolto.

    La piattaforma viene rappresentata come un mondo tridimensionale navigabile dagli utenti usando il browser o con l’ausilio dei visori di realtà virtuale. Il mondo è diviso in 90.000 Land che rappresentano gli spazi digitali che gli utenti possono acquistare, vendere o affittare per condividere i loro contenuti.

    Tutte le interazioni all’interno della piattaforma vengono mediate attraverso un token chiamato MANA, il cui valore, solo nelle ultime settimane, ha avuto una crescita superiore al 180%.

    Le opportunità per esporre l’Arte Digitale aumentano supportate dai grandi protagonisti del settore.